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Sullo Specchio a Dimensioni Infinite


Il DNA del seme è lo stesso che hanno la pianta e il frutto; la pianta e il frutto sono la morte del seme. Il baco da seta diventa una farfalla, tutte le cose muoiono e modificano il proprio aspetto. Il passato è necessario per il presente, il presente si fa passato e cambia nome: diviene, da futuro, presente.
Sii consapevole del tuo percorso, solo il passo precedente ti conduce a quello di ora, ma il passo che ti ha condotto dove sei è scomparso, non c’è più su quell’orma… e nemmeno tu.
Sappi mantenere la giusta Via di mezzo. Unito fai il passato (perché dove sei arrivato dipende dal passato)… e separato, perché il nuovo è un’altra cosa (1). Nata, ma destinata anch’essa a morire. Tutto si può ricollegare alla storia del passato: sintesi di un percorso che si è fermato, con tante diverse possibilità di sviluppo.
Se teorizziamo il presente ricostruendolo a parole, la proiezione del futuro sarà edificata sulle parole e non ci sarà la certezza del verificarsi di un evento.
Tra la certezza che qualcosa avverrà e la ricostruzione fatta dalla coscienza c’è una differenza sostanziale: nel mondo fenomenico gli sviluppi di un qualsiasi evento possono acquisire talmente tante dimensioni da essere, in prospettiva, uguali alla probabilità che esca un certo numero tirando i dadi.
Questo è un sistema a base quattro. Se tiri quattro dadi come fai a calcolare cosa esce? Li tiri ed esce un libro pieno di parole utili, cioè l’insegnamento precedente. L’insegnamento attuale ti permette di vedere solo ciò che è avvenuto, perché hai davanti i dadi “tirati” sul tavolo. Adesso riprendili e tira di nuovo, prova a presagire. Purtroppo, le innumerevoli possibilità impediranno ogni proiezione: anche se sai che il risultato precedente era un 12, quel 12 non determinerà mai il numero che verrà al tiro successivo. Si può solo teorizzare, ma senza averne la certezza, che difficilmente, lanciando 4 dadi, uscirà un 12 per due volte consecutive. Ma anche ipotizzare che sarà un 13 o un 11 è una sciocchezza, perché potrebbe venire uno qualsiasi tra tutti i risultati usciti negli ultimi, illimitati, tempi. Non è facile come si potrebbe pensare.
La Perfezione della Base sfugge a qualsiasi mente. Un Saggio non ci pensa affatto, “sente” come funziona: ha quattro dadi e sei numeri per ogni dado, ma dopo averli tirati e aver visto il risultato, sa in quale direzione andranno gli eventi (2). Troppo facile, dirai! Forse…
Ipotizzando che alla base i dadi siano, di volta in volta, la riorganizzazione del tiro successivo, gli elementi da considerare sono talmente tanti che, finché ruzzolano, nessuno sa calcolare dove andranno, né quale numero (o faccia) presenteranno. Nonostante ciò, ci sono alcuni elementi che fanno presupporre una maggiore probabilità che escano i numeri più alti. In teoria, se tutto funzionasse secondo la perfezione di una legge, l’1 verrebbe sempre sotto e il 6 sempre sopra. Infatti, se i punti sui dadi sono scavati, la faccia con i numeri più alti ha meno atomi e particelle di quella con i numeri più bassi, quindi è meno pesante.
I Dadi della Base… non sono dadi e Dio Non Gioca a dadi con l’universo. Tuttavia, anche se i presupposti delle Leggi ci sono, il problema è che sono l’infinita libertà (sono i presupposti per l’infinita libertà). Credere che alla Base sia calcolato tutto è un errore, la scelta di un individuo non è calcolata e non lo sarà mai, perché è la libertà. Le posizioni della mente determineranno, in questo immane gioco, tutti i cambiamenti istantaneamente trasmessi.
Si può indicare la Via, ma a percorrerla non è mai chi la indica (un cartello stradale fa il cartello stradale, non percorre la via). È l’altro che la percorre.

Meditando su “Parole Inutili”, leggi la frase “la Vacuità è vuota”.
Perché è stato sottolineato il concetto della Vacuità, che è Vacuità? Perché, per merito della libertà, gli esseri acquisiscono la possibilità (il demerito) di attribuire un valore a qualsiasi cosa.
Chi dice “Vacuità della Vacuità” moltiplica per due ciò che ha detto della Vacuità e acquisisce il doppio demerito di “infilare” un valore, in primo luogo nella parola e poi nella parola moltiplicata per due: due volte un valore, due volte un demerito.
Quando capirai la Base, capirai che il Gioco è Perfetto. Però ricorda, è perfetto perché interagisce con la libertà di ognuno, altrimenti che libertà sarebbe? Che perfezione sarebbe? È inutile lamentarsi, sbraitare, accorarsi, preoccuparsi: la Base modifica tutto, all’istante. L’istante della Base non ha tempo, quindi modifica il passato, gli eventi, gli accadimenti, tutto. Cambia anche il Destino.
Il Destino lo cancella l’estinzione dell’apprendimento. Quando fai un mutuo per comprare una casa devi pagare la banca, che può mettere un’ipoteca da cancellare alla fine del pagamento.
Il termine “Destino” è stato usato in malo modo e ha portato a una deviazione da parte dell’umanità. Non lo chiamerei più “Destino”.
Sto cercando di cambiare alcuni termini, in modo tale da usare parole più consone alla mappatura di un cervello occidentale. Noi Occidentali capiamo le cose attraverso i termini della nostra cultura. I termini della cultura orientale hanno un retroterra di interazioni, di entanglement, collegato a tutto il percorso dell’area, della zona, della regione da cui provengono. Essendo diverso dal nostro crea comprensioni diverse.

Qualche anno fa, circa venticinque, si diceva una frase molto interessante: “l’Occidente si deve orientalizzare e l’Oriente si deve occidentalizzare”. Ma l’Oriente si è occidentalizzato con i prodotti “spazzatura” cinesi e indiani, di conseguenza l’orientalizzazione dell’Occidente è stata solo degrado fisico. Non c’è stato un travaso di cultura millenaria (morta in quei posti) e non è stato possibile portare avanti il progetto di orientalizzazione dell’Occidente.
Il processo di occidentalizzazione dell’Oriente, invece, è avvenuto attraverso il trasferimento della “mancanza di valori” dell’Occidente: le culture industriali e speculative della finanza e del sistema bancario.
L’Oriente ha compreso come fosse l’Occidente e cosa ha fatto? Si è occidentalizzato, ma con le basi filosofiche dei grandi maestri vissuti in quei paesi ha “superato” l’Occidente con strategie nuove e sconosciute in questa parte di mondo. È come se un vecchio di tremila anni discutesse di finanza con un giovane di duecento, nato dopo la guerra di secessione: il giovane si ritroverebbe senza scampo.
Così i due travasi Occidente/Oriente e Oriente/Occidente, invece di dar vita a proposte positive per entrambi (apparentemente i due) mondi hanno portato al collasso di uno e al dominio dell’altro. Ma tutto ciò che scende è destinato a salire, tutto ciò che sale è destinato a scendere, adesso quindi comincerà un processo contrario. Ci sono buone prospettive di comprendere e vivere tempi di cambiamento, e quando ci sono tempi di cambiamento bisogna gioire di essere presenti e coscienti. Speriamo tu lo sia abbastanza da vedere i movimenti e il modo in cui la Base può sostenerti.
In un certo senso la libertà dell’essere è la libertà nell’apprendimento e quando viene impedito interviene la Base. La libertà è per proseguire nell’apprendimento o scegliere la direzione: fai l’Angelo o il demone, vai dove vuoi, scegli il bene o il male, però scegli!

Gli “specchi” posti dalla Base per l’umanità sotto varie forme, permettono di affacciarsi e vedere attraverso gli eventi (vedi schema).
Quando ti riconosci e rintracci il soggetto che sei, poi fai un’altra scelta e inizia lo scontro INTERIORE. Gli scontri più sanguinosi sono quelli che scoppiano all’interno di un Paese, le cosiddette guerre civili, che hanno fatto più morti di tutte quelle combattute contro un nemico esterno. Sono terribili. Le guerre tra fratelli sono sempre le più mortali, quelle che provocano più dolore. Figuriamoci la guerra interiore tra bene e male!
Facendo un esempio con qualcosa che può accadere nel quotidiano, se in macchina ti tagliano la strada, considera l’evento come perfetto: è la libertà di colui che ti ha tagliato la strada. Nella Base è la somma che fa il totale, non possiamo calcolare tutto minuziosamente, evento per evento, ma i miliardi di trilioni di trilioni di stringhe che ci compongono suonano una nota sola, e quella nota comunica alla Base l’evento con assoluta precisione. Il Gioco è di una perfezione inconcepibile. L’Assoluto, quando CREA i Giochi, li Fa Perfetti. Cosa dire… se è Perfetto è Perfetto! Non possiamo teorizzare un’imperfezione nell’Assoluto e nel progetto della libertà. È l’essere che non vede, che teorizza l’imperfezione, che impreca e dice “Perché proprio a me? Cosa ho fatto?” Stai buono, la somma fa il totale…

Quando cerchi una verità interiore non domandare a un saggio, perché è uno specchio: se si specchia un demone vede un demone, se si specchia un Angelo vede un Angelo e così via. Allora volevo chiederti: quand’è che si domanda a un saggio? Di solito domandando si cerca una verità, ma se la verità nessuno la dice e la devi trovare da te, perché rivolgerti a un saggio?
E dove si specchia un essere se è se stesso che deve vedere e non può usare nessun tramite (figuriamoci quell’”imbroglione” di un saggio)?
Saggio non è nessuno in un universo, la saggezza sta nella Base e la Base è dell’Assoluto. La Vera Saggezza è sempre l’Assoluto! Il saggio sembra una figurina, un pupazzo che fa da specchio.
La domanda di un essere è il risultato su cui verte con tutto sé stesso, che lo fa sembrare quella domanda. Crede di aver formulato una domanda perché ha dato a se stesso un valore, ma la domanda che pone è il valore che ha dato alle parole e la somma dei valori delle parole che ha usato.
Quando fai una domanda togli l’uncino del punto interrogativo, lascia il puntino sotto e la risposta è già nel valore dato a ogni parola.
Se domandassi a qualcuno, e quel qualcuno fosse veramente “saggio”, non ti risponderebbe “io”, ti risponderebbe “saggio”. Saggio è la Base. Ti sta rispondendo la Base.
La Base ti riconosce e ti risponde per quello che è consono a te e non per quello che è consono a un altro, che nella Base è diverso (altrimenti non sarebbe un altro).
Molte domande comportano che, se chi risponde fosse un saggio, dovrebbe dare una risposta sbagliata per tutti e giusta solo per chi ha domandato, ma una risposta consona solo a chi ha domandato sarebbe un errore (che un saggio non può fare). Quindi le risposte non sono “ripide”, come a volte lo sono le domande, ma hanno un pendio più dolce, più lieve, e il delta “da-a” che ne deriva permette la comprensione a più persone.
Ecco perché spesso il saggio risponde, contrariamente a se stesso, in verticale sulla testa di chi domanda: se la domanda è ripida la risposta dovrebbe avere la stessa ripidità, cioè dovrebbe essere altrettanto “verticale”; ma se fosse perfettamente verticale, sarebbe come l’escremento di un’aquila che cade solo su una testa, quella di chi ha domandato, e non sarebbe spalmata su tutti coloro che camminano lungo un pendio meno verticale. Ogni essere ha la sua verticale e i suoi pendii, ma è approssimato sia nel domandare sia nel percepire la risposta, crede che un saggio perda la verticalità per rispondere a tutti e rendere interessante per tutti una risposta che ha solo una verticalità, quella di colui che ha posto la domanda.
Questo atteggiamento “buonino” di “strisciata” in un pendio non irto, non verticale costa molto sforzo. Sarebbero preferibili domande lecite, poste da chi ha la possibilità di domandare, affinché la risposta sia verticale. Molto verticale perché, sotto, gli esseri stanno affrontando la stessa parete. Parlare a persone che camminano su pareti diverse, con verticalizzazioni diverse, è stancante e non “performa”!

Vorrei che questo glossario servisse per capirsi e comunicare; per ritrovarsi a essere una specie di consapevolezza che forse perdura nel tempo, la trasversalità unica; per sentirsi a proprio agio nel parlare con chiunque, di qualsiasi argomento, e comprendersi; per non fare come la maggior parte delle persone, che comprendono solo la propria “verticale” (soli vogliono rimanere, con la propria mente).
Essere preparati a parte dell’orizzontalità dello scibile umano sembra una cosa complessa, ma non lo è, e la Base contiene necessariamente le possibilità evolutive individuali.
Le pareti del glossario non sono sempre verticali, possono essere scoscese, abbastanza in pendio o meno scoscese. Sii veloce nell’intuire perché poi la Base parte in te ed è meraviglioso!
C’è una relazione tra la Base e il frammento dell’Assoluto che devi conoscere. Il frammento dell’Assoluto è l’infinitesimale. La somma degli infinitesimali ha la proprietà della sovrapposizione, come se fossero bosoni, o stringhe di natura bosonica. Al centro della temperatura rilevante di un intero universo, con uno “0, …” una quantità immane di zeri e il sospetto scientifico che stia per nascere un universo (anche solo per la percezione di una variazione della quiete di Un infinitesimo punto, un’ increspatura sulla Perfezione), c’è una stringa sola, bosonica. Un cerchietto.
Il cerchietto ha un foro in mezzo, il foro in mezzo vuol dire la soluzione al problema della teoria unificante delle 4 forze fondamentali. L’energia nel suo “intorno”, per un effetto lampo, diventa tutte le stringhe dell’intero universo: da una Bosonica a “(n)” Fermioniche. Se l’energia non fosse contenuta in un cerchietto, l’affaccio all’Infinito creerebbe di colpo un universo infinito, poiché l’Assoluto non ha tempo né spazio (pur contenendoli in Sè in Modo Infinito ed Eterno). È Energia ed È Infinita. Quindi, all’istante, si creerebbe un’immane universo infinito e l’Assoluto si troverebbe a dare un eccesso di libertà, non graduale, a ciò che cresce, nasce e vive all’interno di quell’universo.
La Base determina, in base ai frammenti, che tipo di stringhe (corde di violino) suonano quella Nota chiamata Verbo che è la Sua Creazione.
Quindi, un certo tipo di universo ha un certo tipo di corde che suonano un certo tipo di note, in un accordo che è solo quell’universo. Ecco perché la Sua Energia viene circoscritta in un sistema ad anello: altrimenti l’immane potenza dell’Assoluto in un solo punto creerebbe, senza spazio e senza tempo, all’istante, un universo infinito.
Al contrario, l’universo è Creato e Organizzato secondo le leggi della Base, in modo da contenere esseri consoni a quel livello. Esseri che, consapevoli della continuità della coscienza (e non della reincarnazione) in un gioco di libertà, giocano liberamente il loro ruolo alla scoperta di questa continuità.
Dunque, il frammento è il dettato di una nota all’interno di un dettato più vasto, fatto di miliardi di note che creano poi un particolare universo che, per somma, ha una Nota Sola.

Ci sono due tipi di Basi, una è dietro lo Specchio dell’Assoluto. Per ora consideriamone solo una, dell’altra parleremo in “Percorso verso la Base 11”.
La teoria delle 11 dimensioni è concepibile. La dimensione va da… a… perché è, appunto, una dimensione. L’Altra Dimensione non va da… a…
La dimensione calcolabile per la nostra mente è dopo lo Squarcio, che non è altro che ciò che c’è allo Specchio di Dio. Solo che è di qua. Da una parte dello specchio hai solo il soggetto che si specchia, dall’altra dici che il soggetto non è reale, è il riflesso che sta in un’altra dimensione. Quella dimensione, essendo piatta, non ha profondità.
Dall’Altra Parte, quella dell’Assoluto, c’è un problema: la dimensione dell’Assoluto ha Profondità Infinita, quindi ti ritrovi con uno Specchio un po’ diverso dal nostro.
La nostra Base, da questa parte, ha tre dimensioni dello spazio (tridimensionale) e una del tempo; poi acquisisce le dimensioni infinitesimali del comportamento di una stringa e le dimensioni macroscopiche del comportamento dell’evoluzione di una stella che è diventata un buco nero. È la stessa cosa… la stessa identica cosa, la Talità nella Vacuità.
Nello specchio umano, di là c’è un orizzonte degli eventi che può essere compreso (se c’è un orizzonte, oltre non si può andare); di qua abbiamo la concezione di un orizzonte degli eventi e di un qualcosa che c’è dopo. Per la Base, che è il confine all’orizzonte degli eventi dopo lo Squarcio, al di qua, l’Altra Parte dello Specchio dell’Assoluto, non può essere considerata senza profondità ma, al contrario, con Profondità Infinita (vedi schema).
Lo Specchio dell’Assoluto, a differenza dell’idea che abbiamo dello specchio al di qua (che dietro non ha nessuna dimensione), ha Dimensioni Infinite, più la dimensione degli infiniti universi… così come nel mondo fenomenico ogni fenomeno proviene da un altro fenomeno, nel mondo della creazione, ogni creazione proviene da un’altra creazione. Ma essendo l’Assoluto un Creatore Infinito, la profondità della Sua creazione – dietro lo specchio apparente di questo universo – è infinita. Infiniti Universi sono la Sua profondità, più l’Infinito Non Creato. La mente e il cervello non sono organizzati per pensare a uno specchio che dietro ha infinite dimensioni, perché sono abituati a uno specchio che dietro non ha nessuna dimensione. Non c’è nessuna profondità nel comò che vedi riflesso, dietro di te, nello specchio. Non è posto, come quello reale, a 4 metri di distanza, è posto sullo stesso piano rispetto a te. Quindi, a nessun infinitesimo millimetro, o concezione di spazio, davanti a te nello specchio.
L’Assoluto però, “dietro”, è Meravigliosamente Infinito e questo è un dato di fatto non misurabile attraverso la scienza, come non lo sono le stringhe. È un dato logico-filosofico, una logica che non ci racconta la realtà, ma vuole farci intuire che non può essere diversamente. La vuoi rendere diversa? Provaci. Raccontami un’altra cosa e parteciperò con te, ma se non me la racconti non parteciperò con nessuno.
Questo per farti capire che le parole inutili continueranno a esserci, e ne devi prendere atto, fino a che non ti porrai dietro lo specchio, guarderai e penserai che l’Assoluto Specchia infiniti universi, ed è solo la Sua Profondità a permetterlo. Altro che nessun Dio, come ha teorizzato in modo errato chi ha ascoltato in modo errato dando valore alle parole (come tutte le concezioni). Il valore va dato solo all’intuizione, che è sempre diversa. Il tuo specchio, finalmente, dietro non avrà più nessuna dimensione, ma le infinite dimensioni che gli proponi. Ecco perché uno specchio riflette ogni cosa: ci puoi mettere davanti il cielo, le stelle, un sole, qualsiasi cosa. Se trova un buco nero riflette anche quello.

Attendi con pazienza il proseguimento del glossario, studia attentamente e leggi lentamente. Non serve a niente leggere velocemente, è come passare di corsa davanti a uno specchio e cercare di cogliere i particolari del proprio volto. Non ci si riesce. Vai lento, fermati… fermarsi è difficile, nessuno, o quasi, si ferma realmente. Ogni tanto a qualcuno può succedere, si ferma, guarda e scopre tutto in un attimo. Però bisogna essere capaci di fermarsi così tanto e così bene da essere perfettamente immobili (immobili con la mente) per la contemplazione. E questo è quanto.
Questo scritto si intitola: “Sullo Specchio a Dimensioni Infinite”. Così abbiamo accennato alla parola Assoluto, che usiamo sempre e, credo, sempre erriamo nell’usarla.
Non è detto che con questo glossario si debba avere tutti un unico valore delle parole, altrimenti diventerebbero utili. Non un unico valore ma il tuo valore, perché alla Base tu sei tu, con la tua interazione… ma che sia la “giusta interazione”, la Talità.
Non tutte le interazioni si sovrappongono, i frammenti non sono in sovrapposizione. Nel prossimo universo tu sei tu, lui è lui; San Francesco è San Francesco, Gengis Khan è Gengis Khan e non lo puoi mischiare con San Francesco o con Napoleone: ognuno rimane quello che è.
Se stabilisci la catena, lei fa di ogni anello sempre se stesso e del collegamento una forza comune. Nella forza comune nasce l’azione comune; se gli intenti sono equanimi e sono gli stessi, l’apprendimento diventa lo stesso. A lungo andare, l’apprendimento fa di te la Realtà: quel te dell’apprendimento somma.
La catena è unica, l’apprendimento diviene unico, le separazioni diminuiscono e, avendo ognuno nel proprio vuoto un’interazione con l’intera catena, la coscienza diventa quella della Base, diventa la coscienza Universale (anche se “coscienza Universale” è una “parolaccia” usiamola, perché è utile). Quando la coscienza diventa Universale è la stessa, non perché sia la tua ma perché è Universale. Se dici la mia coscienza, è una separazione.
Una catena diventa un Unico Anello nella Base + evoluzione dell’Universo. In realtà, all’inizio di ogni universo la catena è un unico anello! Gli anelli di una catena sono le varie dimensioni di un prosieguo della coscienza.
Tutti siamo in continua interazione con la Base, perciò Lei fa quello che ci serve e noi facciamo quello che serve a Lei. Se a me serve qualcosa la Base esegue, se alla Base serve qualcosa io eseguo!
Siamo un po’ come la Base, soltanto che qualcuno di noi è uno specchio che va in giro, mentre la Base è lo specchio dell’universo, che è in un “posto”. Quale posto? Senza posto!
La meraviglia della coscienza che procede… c’è qualcuno che non vuole essere cosciente… ah… che terribile scontro! Incontro in un Unico Universo.
Le cose che fai sono le cose che fa la Base, le cose che servono a te e quelle che servono alla Base non differiscono assolutamente, in nessun essere senziente. Tutti interagiscono con la Base e sono la conseguenza della Base.
“Quant’è alto questo palazzo?” “Sette piani”, “chi l’ha progettato?” “L’ingegnere”, “e le fondamenta quanti piani possono sostenere?” “Sette piani”, “e il cordolo com’è?” “Per sette piani”, “e il vuoto creato sotto per fare le fondamenta?”. “Per sette piani!”. Niente può sfuggire a una Creazione perfetta che ha stabilito cosa c’è dopo… tu!
Ma tu non sei cosciente perché sei al quarto piano del Palazzo del tutto, dove gli esseri sono niente, e credi ancora che le cose accadano “a casaccio”! È impossibile. Soltanto che chi è intento a fare lo “zuzzurellone” in giro, non sa dell’esistenza di qualcuno che ne è cosciente, così come l’ingegnere è cosciente dei calcoli stabiliti per le fondamenta.
Il saggio non è l’ingegnere, è quello che guarda, che osserva tutto, dall’inizio in poi. Guardare vuol dire avere coscienza, e finisce là, sei solamente cosciente. A cosa serve? Grazie a tale coscienza ci si accorge che gli abitanti di quel palazzo non sanno che le fondamenta sono state preparate apposta per sostenere sette piani, né uno in più né uno in meno.
Tutto procede sempre, secondo i piani prestabiliti dalla Base. Ah… la Base quant’è
basilare!
Se le domande sono strette, concise e verticali, la risposta sarà stretta, concisa e verticale. Non elemosinare parole per conquistare la ricchezza di qualcuno, io non faccio la questua e non do niente a nessuno… se sono solo parole inutili!

NOTE:

(1) ^ Spiegherò in seguito la parola “altri” per superare la dicotomia tra uniti e separati. A volte ho scritto “gli altri” tra virgolette, ve ne siete accorti? Non ho ancora detto il perché, ma non è un caso.
(2) ^ Proiezione dell’Intelletto.