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Sull’Attimo (Parte 2)

La forma e la non forma, il pieno e il vuoto, sono l’uno in funzione dell’altro, indissolubilmente compenetrati. Anche l’essere e il non essere, l’esistere e il non esistere, l’esistente e il non esistente, sono indissolubilmente compenetrati e formano una sola entità; l’UNO è prima della creazione, il duale è tra due parentesi infinitesimali e, di nuovo, l’UNO. Tutto questo va ricordato oppure è in noi, senza memoria né pensiero.
Nessun essere è ciò che ricorda, mai. Il ricordo è cristallizzato nella memoria e la memoria è sparsa all’interno del sistema mentale, non è una serie di neuroni che fungono da “cassetti” dove riporre il vissuto. Questo è uno dei più grandi errori fatti da chi studia il cervello e la mente.
La memoria è quella vasta connessione che passa dai neuroni e da tutto l’apparato che è il cervello, dal sistema mentale complesso, dai protoni neurotrasmettitori, dai biofotoni, dai microtubuli, dall’interazione con le particelle dell’essere interne ed esterne (idrogeno, ossigeno, acqua e via di seguito), dall’interazione universale e dagli spin dei quark… quindi da un entanglement universale. Che memoria abbiamo delle cose? La memoria di un’interazione di vasta entità, come quella del Sole. L’interazione del Sole (che ha illuminato sempre tutti, da Attila a Gandhi, nel “male” e nel “bene”) è la più vasta che possiamo avere.
Quello che serbiamo in memoria è “spalmato”, vasto, differenziato. Chi legge queste parole inutili e non ricorda niente, probabilmente possiede davvero quanto ha letto; chi ricorda questi scritti li ha “inscatolati”, ha messo un bel vestito alla memoria.
A volte un concetto ci colpisce, ci rimane impresso, e ci sembra un dono… ma ricordare non è vivere, perché la memoria è cristallizzare, bloccare, fermare un’idea: il pensiero di una mente illusoria su un vissuto illusorio, che ha legato una sequenza apparentemente temporale. In realtà viene legata solo una sequenza di attimi.
Attimo, attimo, attimo, attimo, attimo! Ho detto un’infinità di cose… perché ogni attimo era il contenitore di tutti gli attimi precedenti in base al proprio vissuto, al vissuto dell’altro, al vissuto dell’intero sistema, all’entanglement delle particelle… anche il Sole ha ascoltato questo attimo, attimo, attimo, attimo, attimo! Fino alla Base e Oltre, alla Coscienza proveniente dal Nulla.
Ogni attimo è il contenitore dell’infinita coscienza nella Base. Pensate che l’Assoluto possa perdere un solo attimo? E quell’attimo non contiene forse il “contenuto” degli infiniti universi nell’insieme? Qualcuno osa dire il contrario? Se dicesse il contrario bestemmierebbe perché toglierebbe la possibilità all’Assoluto di fissare, in un attimo, l’intero contenuto della coscienza di infiniti universi.
Se diciamo attimo, attimo, attimo, attimo, attimo, attimo… abbiamo già parlato di tutto il contenuto degli infiniti universi. Non c’è più niente da dire… e ci si rimane male perché, in quell’attimo, si ha solamente una “parte” di sé stessi che si vorrebbe spalmare in più attimi per poter dire: “io sono questo: la somma di attimi che danno me”.
Non ricordate niente di quello che leggete perché, quando lo fate, cristallizzate e mettete le parole in una memoria piccola, limitata, infinitesimale e irrisoria. Non è reale, non contiene la realtà, è solamente il tentativo di bloccare in un attimo… Ma cosa?
Perché un essere conosce tutto? Perché non sa niente! Solo chi comprende il Nulla conosce il Tutto. Sapere è inserire a forza in una memoria (in un cassetto, in un blocco, in una interazione, in una cristallizzazione), è divenire isolato in sé: Io senza “Altri”. Non ricordate ciò che avete letto o sentito? Meno male! È successo un qualcosa di profondo e diverso. Le parole non hanno nessun valore; quello che il lettore intende non è il valore di chi le ha scritte o dette. Le parole hanno solo il valore che voi gli date, nel vostro rapporto con la Base, nella vostra interazione universale, nella vostra determinazione, nel vostro percorso, nella vostra vita… per dare valore ognuno alla propria coscienza. Bravi! Attimo per attimo… quel valore… Quel valore si è spalmato dentro di voi, siete voi! Ecco chi siete.
Qualcuno cerca disperatamente di mettere in memoria qualcosa. Io in memoria non conservo niente! Non perdo tempo a far diventare un “mattone indigesto” un pezzo dell’esistere in un attimo.
Cosa volete fare della vostra vita? Una sequenza di mattoni indigesti nella memoria? Ma quale memoria! Lasciate stare, tempo perso. Non deve esistere memoria cristallizzata! La memoria già coscienza (cioè voi) questa sì!
Se mettete in memoria un evento o una cosa, non è vero che l’avete compresa, non è vero che è vostra; perché quella cosa vi ha colpito? L’avevate dentro? La volete ricordare? Il vero valore qual è? Il vero valore è quello che, senza memoria, è divenuto voi. Che ricordate di voi? Attimo, attimo, attimo… valore, valore, valore… Coscienza senza parole. Perché stare lì a ricordare? Quando capita, o serve, anch’io ricordo. Mi ricordo, ad esempio, che quando parlavo un’altra lingua, il sistema, il criterio per immagazzinare le memorie nel cervello, falliva continuamente.
A cosa mi serve il cervello se si deteriora dentro un teschio bianco, di calcio, che “evapora” come l’esistenza? Quale sarà la coscienza di me? L’interazione con il Sole? Il Sole accende e rilascia innumerevoli particelle, si sparpaglia in tutte le direzioni. Ci sarà qualcosa di più sottile? Un’interazione che invia informazioni al computer dell’Assoluto.
Se l’Assoluto ha un Computer Infinito, con la memoria di tutto, perché dovrebbe farci usare questo “aggeggio” limitato? La mente e il cervello vengono utilizzati in questo sistema in quanto il sistema stesso è l’insieme mente-cervello e quindi l’universo, che deve essere limitato nella sua potenzialità di interazione. Allora, non è forse meglio usare l’intelletto, che attraversa l’universo intero, invece di perdere tempo con questa specie di fossile primitivo quale è il cervello?
Volete rinchiudere la separazione e la dicotomia di essere e non essere nel cervello: questo è l’essere e questo è il non essere. Anche nell’Assoluto in apparenza ci sono l’Alfa e l’Omega. Ma quali Alfa e Omega (sono nel Punto)!
L’alfa e l’omega sono sempre nel conteggio all’interno di un universo: c’è stato un principio, la causa, e poi l’effetto finale. L’alfa e l’omega fanno sempre parte dell’universo, con i “primitivi” che odiano e si uccidono nel nome di Dio. Cerchiamo di andare Oltre. Proveniamo da quell’Oltre, che non possiamo dire sia non creato, perché non creato e creato fanno sempre parte della dicotomia del sistema. Non si può ricordare con il cervello, perché è spalmata in noi, non è nel cervello! È spalmata nell’interazione universale… attimo, attimo, attimo…
Che bello vivere attimo per attimo! Come in quel famoso racconto zen: “Un uomo che camminava per un campo s’imbatté in una tigre. Si mise a correre, tallonato dalla tigre. Giunto a un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l’orlo. La tigre lo fiutava dall’alto. Tremando l’uomo guardò giù, dove, in fondo all’abisso, un’altra tigre lo aspettava per divorarlo.
Soltanto la vite lo reggeva. Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono
a rosicchiare pian piano la vite. L’uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l’altro spiccò la fragola. Com’era dolce!” (Da  101 Storie Zen, a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps).

L’attimo contiene la stessa eternità in cui l’Assoluto ci ha creati. Come fa un ricercatore a temere qualcosa? Le uniche a dover aver paura sono le due tigri. Cosa rappresentano le due tigri? E la radice? E la bacca? Le due tigri sono la dualità: da qualunque parte si vada, di qua o di là, si fa sempre una brutta fine. È la vita! È la morte! È sempre la dualità!
La radice che si spezza? Prima o poi muori! Però poi… “più poi che prima”! Stai cambiando… scusa, in quale attimo? Sapete quanto ci vuole a cambiare l’attimo? Basta modificare le informazioni alla Base.
Accomodatevi… e divertitevi con la vostra esistenza attaccata a una “strisciatina” che credete tempo ed è solo coscienza; che ha coscienza dell’attimo, dell’attimo, dell’attimo… coscienza, coscienza, coscienza…
La dualità è rappresentata dalle due tigri, va “male” in ogni caso. La radice che si spezza è la tua vita, prima o poi finisce. L’insegnamento del ricercatore? Nutriti scemo! Nutriti, è coscienza… e sta lì!
Non avevate capito la storiella? Vuol dire che non avendola ricondotta alla Base, l’avevate messa in memoria. Attendiamo con pazienza che gli eventi alla Base vengano riorganizzati e modificati. Nella sua purezza, la Base sa bene dove sono le “due tigri” per ogni essere; dov’è la radice che si sta spezzando per ogni essere. Quale sarà delle due tigri a godere del pasto? Quella che attende nel vuoto, giù in fondo, o quella nel pieno che sta sopra? Dipende dalla vostra paura di cadere. “Comunque vada quell’uomo è condannato…” dicevano i ricercatori al maestro. “Perché, voi invece non lo siete?”, rispondeva lui. “Ma noi non ci troviamo in una situazione così grave…”. Allora il maestro ne colpiva uno in testa con un bastoncello e diceva: “e se ti avessi spaccato il cranio?”.
Attenti… non dovete rendere conto a nessuno sulla Terra. Mai! Dovete rispondere solo a “Qualcuno”… da morti! Quando sarete morti renderete conto; quando la radice di vite selvatica si spezzerà e voi, disperati, per salvarvi dal volo nel vuoto, salirete il dirupo e la tigre di sopra vi divorerà; oppure quando vi butterete nel vuoto e darete in pasto alla tigre che attendeva giù la vostra carne.
Il gioco è in un universo, non è l’Assoluto a giocare. Lui è un Dono che tutti portano dentro ed è l’Unico Punto dove la dualità e le due tigri non ci sono, dove la radice illusoria non si spezza, dove chi sa raccogliere la bacca si nutre sempre, attimo per attimo, di coscienza. Credevate di avere un maestro? Avete sbagliato, non lo sono, non mi interessa niente dei maestri, dei Realizzati, degli illuminati, degli eventi, dell’apprendimento in questo universo estremamente semplice… A me serve unicamente che la vostra coscienza realizzi il massimo. Sapete a cosa vi serve mettere in memoria il massimo realizzato dalla vostra coscienza? A niente! Perché le memorie si prendono dal Nulla. La memoria fa parte di una materia/energia che si trova nel cervello, non ci fate niente.
Da cosa dipende la serenità degli esseri? Dalle “cosucce” che accadono nella vita? Mamma mia… che tormento! Il fisico si disgrega proprio come si spezza lentamente la radice. Non va rispettata solo la vita che viviamo in questo momento (che è un attimo) ma anche quella eterna, che va considerata di più. Se rispettiamo gli esseri come eterni, rispettiamo noi stessi come eterni. Allora, sai cosa importa di tutte le favole, le dualità e le memorie? Niente! Ci rincontreremo la prossima vita e ne riparleremo.

Le ciotole oscillanti vanno sempre comprese e aiutate. Le altre vanno scansate, tanto poi si ritroveranno come alunni. Può succedere che l’eternità del Disegno Divino crei esseri che Lo contraddicono e Lo negano; per la Sua stessa Libertà vengono lasciati in eterno in quella condizione, altrimenti la libertà non sarebbe eterna. Attimo, attimo, attimo… coscienza, coscienza… l’Assoluto non obbliga nessuno. Lascialo dove È. Dipende da chi se ne deve occupare. Per il momento non occupatevi di queste cose; occupatevi di preparare la vostra coscienza in modo più vasto, di un’interazione più vasta. Poi sarete provati dalla vita e dagli eventi. Per ogni passo ci sono le prove: di stabilità, di forza, di determinazione. Servono. Tutto ciò che manca, serve.
Ricordatelo sempre… attimi, attimi, attimi… nessuna memoria, voi stessi è più comodo, più semplice, più facile e più reale. Siete ciò che siete, senza la memoria degli eventi.

La realizzazione comporta un collegamento con la Base che rende “realizzato” ciò che vorreste realizzare, che rende effettivo ciò che volevate o pensavate di portare avanti. I costi sono attimi… in cui è necessaria, a volte, la disattenzione. Sempre attento era il monaco che non si muoveva più per paura di calpestare le formiche, di calpestare i microbi… Disattento era il monaco che calpestava i suoi confratelli. Quindi, disattento non va bene (non si calpestano i confratelli) troppo attento non va bene… Procedi nella giusta Via di Mezzo ricordando che la dualità è agli estremi e le oscillazioni sono contemplate.
Insinuarsi nel destino degli esseri, interagire con la Memoria del Nulla, operare secondo necessità, usare se stessi come una lama che ha entrambe le facce, taglia ed è cosciente che la dualità è determinata dalla lama stessa… Il filo della lama è così sottile che non possiede due facce; chi vive delle due facce non taglia; chi vive di una faccia sola taglia.
Una faccia sola è il filo della lama, che contiene entrambe le facce. Tutto si risolve in una sequenza di punti. I punti della lama sono un susseguirsi di attimi. Ricercatore… svegliati! Stai dormendo! Quando ti risvegli non hai che te stesso, hai tolto gli orpelli di quanto avevi costruito intorno ed esisti solo come essenza stessa della Creazione. L’Assoluto è inseparato. Il Creato è inseparato. Contenuto e Contenitore sono la stessa cosa. Non c’è inizio né fine, non c’è Alfa né Omega. Non ci sono le favole che ti hanno raccontato perché sono rimaste nella memoria. Tu non sei la memoria di te stesso. I destini non sono nulla. Gli attimi contengono gli infiniti destini continuamente.
Io non sono un maestro. Procedete in base a ciò che dovete fare. Se voi siete a posto, lo è anche tutto il resto, sempre. Dovete essere a posto dentro, con voi stessi. Il resto sono parole posizionate nella mente per essere ricordate. Cosa ci fate con il ricordo di qualcosa che vi è successo tanti anni fa? Siete solo voi a ricordare nessun altro può farlo perché non ha vissuto quel qualcosa. Se lo raccontate, l’altro deve ricostruire un bel film. I manifesti sono solo i vostri, il film lo avete visto solo voi. C’eravate voi… eravate voi, cosa raccontate? Niente a nessuno. L’altro vi ascolta, ricostruisce a modo suo e fa un film diverso. L’esistenza non è qualcosa che, in maniera superficiale, ignorante e inconsapevole, costruisce a parole l’illusione della realtà. Questo non è la realtà. La realtà è la vostra natura e basta, nella spontaneità del vostro essere ed esistere senza nessuna costruzione.

Questo scritto è per un attimo di coscienza di ciò che siete, non di ciò che dovete divenire. Tutti gli esseri sono il ricercatore appeso alla radice di vite selvatica con la tigre sopra e la tigre sotto, con la bacca davanti da mangiare… tanto è uguale! La dualità è illusoria; l’immersione è totale; la separazione va da infinitesimo a infinito. Chi sceglie? La libertà sceglie. Se un essere sente Dio in sé ha tolto le distanze; se Lo pone da un’altra parte? Le ha aumentate! Dato che l’Assoluto determina la completa libertà, a che distanza volete stare? Infinita? Se sì, attendete il paradiso: è in cielo e a distanza infinita. Nessuna distanza? Organizzatevi per essere coscienti del paradiso che è in voi, infinitesima distanza. La distanza con l’Assoluto chi la sceglie? “Io non vedo Dio! Non Lo sento!” Stupidaggini che sento dire continuamente! Tanto è uguale!
L’esistenza? Organizzate una sequenza innumerevole di attimi con la vostra coscienza. Vi crucciate e vi preoccupate di cosa? Avete paura se la radice si sta spezzando? Ma quale essere non è in questa condizione? Non ne vogliamo parlare… ho capito in tanto tempo che non serve a niente parlarne. Bisognerebbe solo che l’essere si rendesse consapevole e cosciente della sua meravigliosa posizione, la Libertà dell’Assoluto che rappresenta. Pensate che la Libertà dell’Assoluto abbia qualche problema? Certo, se mi cadesse in testa una trave mi farebbe male; se si rompesse del tutto e mi spaccasse la testa non ci sarebbe nessun problema. Il problema non è mai di chi muore, il problema è sempre di chi resta. Lasciamo allora simpaticamente nutrire le due tigri, senza timore. Lasciamo che la radice si spezzi e godiamoci la bacca anche mentre viaggiamo verso la tigre giù in fondo, senza paura, tanto questa è la condizione di tutti gli esseri.
Sembrava la storia di un solo ricercatore, invece era la rappresentazione dell’intera umanità. Le storielle, di ogni tipo, non si leggono con la mente, non si ricordano con la mente. Devono diventare l’essenza della vostra Natura che vive, allora la storiella non sarà più una storiella ma sarà spalmata in voi, farà parte di voi, sarà divenuta voi e, finalmente, avrete arricchito voi stessi di una coscienza in più. Non nella memoria, ma nella sensazione che avete provato e, naturalmente, non potrete MAI raccontare. Ciò che racconterete sarà solo una storiella fatta di parole utili, l’altro la sentirà e crederà di aver capito, mettendola in memoria perderà la meraviglia di essere quella coscienza. Ci vuole pazienza. Se non siete capaci di avere pazienza nella crescita, dopo, non vi potrete rendere conto bene di tutte le cose. La pazienza terminerà, dopo la pazienza c’è l’eternità. Provate a combattere contro un eterno e vedrete cosa vincerete! NIENTE! Diventerete tutti quello che siete! Quindi, ne rimarrà Uno solo… il Punto, ma i buchi neri sono numerosi, dunque, di punti se ne formeranno molti e diversi… vari Universi!
Tutto ciò è per farvi capire perché bisogna saper scegliere dove mangiare, nutrirsi delle particelle del sistema e andare a far parte ognuno del suo buco nero (universo futuro), con le informazioni reali che ha ricevuto e ha appreso, con la sua giusta direzione. Giusta per tutti, perché per ognuno è giusta la sua direzione: è uguale. Un essere non si può lamentare se, scegliendo il verso dei demoni, è andato a finire in un universo di demoni. Se l’ha scelto, ci va. Se un essere vuole andare con i ricercatori si deve comportare come un Angelo. Se ci si comporta come un Angelo si andrà con gli Angeli; se ci si comporta da demoni si andrà con i demoni; se ci si comporta da stolti si andrà con gli stolti, ognuno prende la direzione di quello che è. Quindi, cari eterni, di cosa vi preoccupate? Della radice che si spezza? Non vi state godendo la bacca! La vita? Avete paura delle due tigri… la dualità? Ma fatemi il piacere! Gioite sempre. Tanto ne rimarrà Uno Solo: l’insieme della coscienza che va a terminare in un buco nero, il quale procede verso il prossimo sistema dopo aver vissuto attimi… attimi… attimi… attimi… dopo aver vissuto… ATTIMO!