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Studio Sulla Parola “Adamantino”

Adamantino

duro, solido, puro, splendente come il diamante; (fig.) integerrimo, che non ha cedimenti morali; (gemmologia) lucentezza caratteristica del diamante e di altri minerali; (medicina) relativo allo smalto dentario (dalle cellule, ameloblasti, che lo formano).

Dal lat. adamantĭnus (ădămās “diamante”), gr. ἀδαμάντινος [adamantinos] derivato di ἀδάμας [adamas] acciaio, diamante.
Inizialmente il termine aveva il significato di acciaio, ferro durissimo, solo dopo Aristotele venne applicato alla pietra.
La parola ἀδαμάντινος [adamantinos] è composta di “a” privativo e δαμάζω [damazo] domare, come a significare “indomabile” [per un approfondimento consultare appendice n. 9 “Studio sulla Parola Dominante”]

Seguendo un percorso fonetico si può risalire ai termini sanscriti dam, dāmyati indicanti l’azione di dominare e alle seguenti radici:
ādā = dare a se stesso, prendere, accettare, ricevere da, riprendere, trasportare con se stesso, sottolineare, scegliere, percepire, notare, sentire; con vacam acquista il significato di iniziare a parlare;
ādi = inizio
ādhā = depositare, impregnare, applicare, aggiungere, dare qualcosa in pegno, appropriarsi di se stesso, concepire, tenere, accettare, ricevere, suscitare sentimenti positivi, impressionare.
ādhamana = promessa, voto, pegno.

Il percorso etimologico del termine sanscrito vajra corrispondente ad “adamantino”, può partire dalle radici uc(1) (godere di, affezionarsi, essere adatto a) e uj(2) (essere forte e resistente).

Dalla prima deriva la radice vac: l’atto del parlare, linguaggio, dire, pronunciare, recitare, descrivere(3).

Dalla seconda deriva sia ugra(4) (alto, nobile, potente, formidabile, impetuoso, forte, terribile, violento, feroce, arrabbiato), sia vaj (andare)(5), forma evoluta dalla più arcaica vraj.
Da vaj (andare) deriva vajra: diamante, adamantino, impenetrabile, duro, fulmine, un tipo di colonna, una forma particolare della Luna, una forma di schieramento militare, arma di Indra, colui che è potente, due linee che formano una X, luce sviluppata dall’energia centrifuga o dalla saetta circolare lanciata da Indra (cfr. il termine zendo vazra, clava).

Il termine ugra corrisponde al zendo ughra; greco ὑγίεια [ygieia] (salute, rimedio, medicina); latino augĕo (aumentare, sviluppare, ingrandire, rafforzare, potenziare, onorare, illustrare, esaltare, esagerare, amplificare, aggravare, fecondare, arricchire, provvedere, colmare di beni).

NOTE:

(1) Cfr. ucca: alto, elevato, profondo, altisonante; uccam: la più alta e la più bassa posizione dei pianeti, cambio di accento.

(2) Cfr. ujji: vincere, essere vittorioso, conquistare.

(3) Cfr. latino vocare (chiamare, convocare, invocare gli dei, implorare, invitare, provocare, citare, incitare, esortare, indurre, allettare, nominare, trascinare, esporre, chiamare alla fede).

(4) Ugrās: nome di un Nāga e nome di Buddha.

(5) Il causativo di vaj è vājayati (preparare la via, tendere l’arco).