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Studio Sulla Parola “Prudente”

Alessandra Costa

Prudente

Chi possiede la scienza del bene e del male, che insegna a prevedere e ben giudicare le cose da farsi o da fuggirsi; persona che, per dote naturale o soltanto occasionalmente, si comporta con prudenza, intesa soprattutto come capacità di riconoscere un pericolo, di valutare le conseguenze delle proprie azioni, di evitare ogni inutile rischio.

Dal lat. prūdens (prudente, cauto, saggio, avveduto, intelligente, consapevole, cosciente, chi sa prevedere e agire di conseguenza, pratico, esperto, accorto, assennato) contratto di prōvĭdens (previdente, prudente, cauto). Participio presente di prōvĭdĕo (prevedere, presentire, vedere prima, provvedere, predisporre, procurare, prendere precauzioni, essere cauto e previdente) che è composto da pro (davanti a, a vantaggio di, per, a causa di) + video (badare, vedere, osservare attentamente, visitare, constatare, capire, intuire, considerare, giudicare, riflettere, prevedere, supporre).

Prudenza

Atteggiamento cauto ed equilibrato di chi, intuendo la presenza di un pericolo o prevedendo le conseguenze dei suoi atti, si comporta in modo da non correre inutili rischi e da evitare a sé e ad altri qualsiasi possibile danno; una delle quattro virtù cardinali nella teologia cattolica, quella capace di dirigere l’intelletto nelle singole attività in modo da discernere ciò che è giusto e che conduce al fine ultimo dell’uomo.

Dal lat. prudentiă (prudenza, saggezza, assennatezza, senno, avvedutezza, giudizio, previdenza, lungimiranza, sagacia, preveggenza, esperienza, competenza, scienza, abilità) che deriva da prudens. Contrazione di prōvĭdentĭa (previdenza, preveggenza, prescienza, previsione, prudenza, cautela, provvidenza, provvidenza divina)(1).

Discretorio

Luogo dove si adunavano i superiori (i Discreti) di un Ordine monastico per conferire circa gli affari dell’ordine. In molti Ordini, infatti, i Discreti (religiosi o monache) formavano il Consiglio del Convento o della Provincia. Tale appellativo derivava dall’antico significato di discreto, inteso come prudente, sapiente o dottore.

Percorso etimologico

Dalla radice sanscrita PRA si genera praṇi (devozione, favore, guida), da cui praṇihita: prudente, contenuto, cauto, determinato, risoluto, proteso, diretto verso, inviato, colui che ha i propri pensieri concentrati in un punto(2).

praṇi è composta da pra (prima, avanti, verso fuori, molto, eccessivamente) + ni (giù, indietro, dentro). In greco, il sanscrito pra diviene πρὸ [pro](3) (prima, davanti) e ni diviene ἐν [en] (dentro, fra, in)(4) da cui πρόνοια(5).
Inoltre, dal greco εὐ [ey] (rettamente, convenientemente, bene), si trovano: εὐλάβεια [eylabeia] che significa prudenza, precauzione, essere guardingo, previdenza, circospezione, timore e εὐλάβιη [eylabie] prudente.

Dalla radice sanscrita BHṚ(6) (portare via, portare, indossare, contenere, sopportare, governare) unita ai prefissi saṃ(7) (prefisso indicante unione, uguaglianza, somiglianza) e ni si origina:
saṃnibhṛta: prudente, modesto, discreto, nascosto, celato. Unendo i significati dei morfemi componenti saṃnibhṛta si ottiene: “la somiglianza/unione con ciò che è dentro“.

NOTE:

(1) ^ La Divina Provvidenza, o Provvidenza, è il termine teologico che indica la sovrintendenza o l’insieme delle azioni attive di Dio in soccorso degli uomini. Si può rintracciare il culto della “provvidenza” sin dai tempi più remoti. Ad esempio, la divinità egizia Hathor, la Dea Madre, era anche la dea dell’Amore e della provvidenza.

(2) ^ Cfr.: praṇipāt, latino actio procumbendi (l’azione di abbandonarsi e del distendersi); praṇidhāna (devozione; allineamento), latino meditatio (meditazione); praṇidhi, latino emissarius, explorator (emissario, esploratore).

(3) ^ Latino prae (avanti, innanzi) e prō (davanti a, dinanzi a, a difesa di).

(4) ^ Latino: in (dentro, in, sopra).

(5) ^ Plotino non intendeva il termine greco πρόνοια (prònoia), con cui si traduce “provvidenza”, come un provvedere fattivamente a qualcosa (in quanto l’intellegibile non si occupa affatto del mondo sensibile). Considerava la prònoia solamente come “precedenza” o antecedenza del noùs (ragione, intelligenza, intelletto) rispetto al sensibile, derivandone la concezione del mondo come buono.

(6) ^ Cfr. BHṚ con il greco φέρω [fero] (portare, produrre, recarsi).

(7) ^ Saṃ deriva da sa, il quale corrisponde al greco α.