Ricerca

Studio sulla Parola “Quanto”

Quanto:

aggettivo, pronome, avverbio e sostantivo maschile dal latino quantus (agg.) e quantum (avv.); sostantivo maschile, dal latino scientifico quantum.

In fisica, il termine è usato per indicare la “quantità” indivisibile, il valore più piccolo possibile fisicamente di una data grandezza variabile con discontinuità, come pure la particella elementare associata a un dato campo di forze nelle teorie quantistiche formulate a partire dal primo Novecento.
Il termine è usato a volte anche in elettronica e nella tecnica delle telecomunicazioni per definire gli intervalli di un determinato campo di variabilità.

Quantum:

1. sostantivo neutro latino, usato in italiano al maschile (solo al singolare) – il quanto, la quantità. È usato specialmente nel linguaggio giuridico per quantità di denaro o di beni che costituisce l’oggetto di un negozio o che deve essere corrisposta da una parte all’altra (il giudice civile stabilisce il quantum dei danni) e, inoltre, per indicare la misura in cui un obbligo deve essere soddisfatto o i limiti entro i quali una cosa deve essere intesa.
2. sostantivo neutro latino scientifico, dal tedesco quantum derivato dal latino classico quantum, usato in italiano al maschile.
Il termine è stato introdotto in fisica nel 1900 dal fisico tedesco Max Planck (1858-1947). In italiano il termine “quantum” è stato successivamente sostituito da “quanto” e dal plurale “quanta” (ad esempio, “la teoria dei quanta”) e, infine, è entrato in uso il termine “quanti”.

Percorso etimologico del termine Quanto

Il termine latino quantum (plurale quanta) viene ricondotto classicamente al sanscrito kavant (colui che va), composto da:

ka = colui che, chi?, a cosa serve, cosa è, anima, splendore, luce, corpo, tempo, suono, testa, capelli, piacere, felicità, gioia, nome di Prajāpati, principio dell’assoluto potere universale, acqua, suffisso taddhita(1).

vant = suffisso che ha il senso di provveduto, che possiede(2).

Cfr. il verbo Kav, kavati che significa: descrivere, pregare, dipingere, comporre opere poetiche. Kav(3) deriva dalla radice proto-indoeuropea KW(4) da cui derivano anche le radici sanscrite ka(5), ku (contrazione di kara(6)), kau.

Inoltre, si trova il termine sanscrito yāvat che corrisponde al latino quantus, quot e qualis.

Percorso etimologico attraverso il suono

Il suono del latino quantum [kuàntum] può essere scomposto nei fonemi sanscriti: KU(7) (terra, il numero “uno”, base di una figura piana) o (suonare, fare un rumore, l’avverbio dove); AN (soffio vitale delle acque universali, principio vitale, respirare, vivere, andare); T (luce e suo moto, moto che unisce due punti nello spazio, moto che passa oltre, che attraversa); U (l’andare dritto con forza, l’indicare compassione, ordine, chiamata); M (misura, misurare, il limite, l’avvio del moto).
Il suo plurale, quanta [kuànta], può essere scomposto nei fonemi sanscriti KU e ANTA (fine, limite estremo, confine, conclusione, distruzione, bordo, prossimità, quantità completa, presenza, natura, parte nascosta)(8).

In tibetano il suono ku (che si scrive sku) significa: corpo di un Realizzato/Buddha, corpo, la sfera dell’essere(9). Da questo deriva il termine long-sku (che si pronuncia long ku) corrispondente al sanscrito sambhogakaya (la sfera dell’apparenza intangibile, visione, energia realizzata).

Il fonema KU in cinese corrisponde a diversi caratteri, tra cui 堀 [kū] (cavo, buco); 刳 [kū] (svuotare, tirar fuori, strappare, sezionare).

In giapponese al suono ku corrispondono alcuni termini, tra cui:
空 (kū) vacuità(10); 究 (ku) raggiungere, estremo limite, supremo; 口(ku) bocca ; 工 (ku) arte, abilità; 丘 piano (ku); 九 (ku) nove; 矩 (ku) squadra da falegname, regola; 倶 (ku) insieme con; 倶有 (ku) innato; 供 (ku) offerta; 鼓 (ku) tamburo; 軀 (ku) corpo.

Dai percorsi etimologici delle singole radici delle lingue orientali si può ipotizzare che il termine quantum/quanta indichi sia il vuoto, sia l’estremo limite di ciò che è “visibile”, di ciò che realizzabile in un universo, quindi forse “orizzonte degli eventi”.
Un “quanto” è inteso come bordo, confine, limite spaziale, quantità completa perché realizzata. Pertanto, il quanto rappresenta l’estremo limite di ciò che è visibile, la quantità completa e la parte nascosta da dove ha origine il moto/trasferimento delle informazioni, essendo esso stesso “vuoto”.

A livello semantico il termine scientifico “quantum” (o “quanto”) può essere tradotto dal termine sanscrito paramāṇu(11) (particella infinitesimale) che deriva da aṇu(12) (atomo di tempo, atomo infinitesimale, atomo di materia).
Lo stesso Universo può essere inteso come un “Quanto” stesso degli infiniti Quanti che compongono la Realtà dell’Assoluto.

NOTE:

(1) ^ Suffisso taddhita: suffisso formante i nomi a partire da altri nomi, quindi nomi “derivativi”.

(2) ^ Il verbo sanscrito van (cfr. lat. venia, Venus; got. gawinnan; ing. to win) significa: amare, desiderare, acquisire, guadagnare, procurare, conquistare, possedere, vincere, preparare, attaccare, rendere pronti per, danneggiare, suonare, onorare.

(3) ^ Da kav deriva anche il termine Kavi che ha come significati: accorto, dotato di intelligenza, saggio, pensatore, cantore, poeta, nome di diversi dei.

(4) ^ Cfr. i termini inglesi who, what, che derivano dall’inglese arcaico hwa, hwat e dal gotico hvas, hvo, hva.

(5) ^ Cfr. lo zendo ka, ko, kat e il greco potzen, pos, tis, ti.

(6) ^ Il termine kara ha come significati: che fa, che causa, che produce, che aiuta, azione, mano, raggio di luce, raggio di sole, raggio di luna, tassa.

(7) ^ Cfr. il termine kuam che significa orizzonte.

(8) ^ In giapponese il termine sanscrito anta viene reso da 後邊 gohen (limite finale) e da 邊際 henzai (confine, limite).

(9) ^ Le tre sfere dell’essere attualmente indivisibili: chö-ku, ku-sum, long-ku e trulku.

(10) ^ Corrispondente al sanscrito śūnyatā, śūnya, śunyatva. Inoltre corrisponde al tibetano stong pa nyid (sanscrito: svabhāva-śunya).

(11) ^ Cfr. il termine paramatmamaya (“essere pienamente l’anima dell’universo”).

(12) ^ In tibetano rdul-phram.

FONTI:

www.treccani.it

Monier Monier-Williams. A Sanskrit-English Dictionary: Etymologically and Philologically Arranged with Special Reference to Cognate Indo-European languages. Motilal, Reprint edition, 2002

Sarat Chandra Das. Tibetan English Dictionary. South Asia Books. Reprint edition, 1983.

http://www.buddhism-dict.net