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Sulla Continuità dell’Esistere (parte 2)

Roberta Brandi
La danza del caos (Courtesy Arte Quantica)

L’indifferenza e la gioia senza limiti sembrano condizioni che non possono esistere contemporaneamente in un essere.
Se gioisco per la felicità degli esseri senzienti, e se l’artefice di quella gioia sono io, il sentirmi partecipe organizza un Io che si glorifica, si vanta e si soddisfa; un Io che si ingrandisce e mi allontana da quell’Oltre che non è l’Io. L’identità, come una pianta, vuole più nutrimento e crescendo mi separa sempre più dalla Natura d’Amore. Una Natura che non è negli Io costruiti, ma oltre, senza Io.
Come vivere la “giusta” indifferenza nei riguardi di coloro che, nel male, operano per il loro egoismo e la loro arroganza? Come cercare comunque di servirli e rispettarli nel loro percorso, che si farà sempre più ricco di ostacoli? Di certo, con le identità che costruiscono non potranno accedere al Paradiso non definito. Non rinunceranno mai alla continuità dell’esistere, che serve a soddisfare i “tre vampiri” (il corpo, le sensazioni e la mente, con i suoi pensieri).

Quando accade che qualcuno, chiunque sia, senta la continuità dell’esistere nel corpo – usato come abito di ricambio –, nei suoi “umori” o sensazioni e nella mente, che inventa ciò che, profondo nell’essere, è già e non deve essere costruito (vale anche per la pseudo spiritualità), allora, con questa sensazione di continuità, come sarà difficile staccarsi da tutto ciò! Si penserà di aver intrapreso la Via giusta, visti gli apparenti, illusori, premi.
Come aiutare questi poveri esseri ricchi di illusione; questi individui senza speranza di volgersi alla meravigliosa povertà interiore che porta a quel limite infinitesimale che permette di affacciarsi all’Infinito Assoluto?
Come combattere l’ignoranza che fa nascere l’arroganza? Rimanendo indifferenti se i risultati fanno capolino: gli io non aspettano altro per gratificarsi! La Gioia senza limiti che consegue un risultato può essere senza io, quindi indifferente.

Teorizzo un po’: noi possediamo ciò che siamo, il premio l’Assoluto ce lo ha concesso già alla Creazione. Dopo, cos’altro vogliamo, se siamo? Siamo AMORE (1), ma non è nostro, è sempre stato del Creatore. Perché costruire con la mente l’idea di un io che possiede una cosa così immensa? Se uso ciò che non è mio, di cosa devo vantarmi? Lo stolto si paga con l’io che ha costruito e si gratifica; il saggio rimane senza io, indifferente, e sente la gioia senza limiti di essere stato strumento dell’Assoluto, Fontana Eterna d’Amore.
Che meravigliosa sinfonia, l’universo che vibra di anelli di energia (stringhe), vero sigillo del matrimonio indissolubile tra la creatura e il Suo Creatore.
Continueremo il viaggio dell’Eterna Coscienza nell’Assoluto? Se lo siamo, certo che sì. Cosa siamo? Una incredibile serie di fenomeni complessi che si unifica in un unico fenomeno, che unificando il tutto Relativo organizza la comprensione dell’Unico Assoluto.
Belle Parole? INUTILI!

NOTE:

(1) ^ Non la parola inutile, ma l’essenza.