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Sul Percorso Verso la Base (Parte 3)

Se una domanda è logica contiene la risposta. Infatti chi la pone può farlo solo perché la, “Sua”, logica lo ha fatto giungere sino a quella domanda.
Detto ciò, dovrebbe contenere la risposta la mente di questo “mendicante”. Già ricco, ma alla ricerca dell’altrui ricchezza.
Se una domanda è già risposta, ai “poveri”, anzi, “Nulla tenenti” come me, cosa vuole togliere il “questuante”?
Ecco allora che le risposte diventano solitarie (1) e sembrano andare in salita, come una ripida montagna la cui vetta tra le nuvole non si vede. Forse non sono più mentali e “divengono” a una zona oltre il confine della mente, l’intelletto, con spazio molto stretto (ma non “intellettuali”, PAROLACCIA).
Può un’intera esistenza dare una risposta che altri comprendano? Nemmeno un attimo può essere spiegato, figuriamoci una risposta che viene data perché tu, io, noi, riassumiamo noi in ogni attimo e… rispondiamo con noi, a… chi?
Dato che, come avrete capito, non cerco di sostenere Nulla, mi perdo nel Nulla, lancio parole al Nulla e il valore che do (alle parole) è Nulla, non posso che essere libero da errori! Che errore c’è nel Nulla?
La molteplicità del mondo fenomenico, le sue cause e i suoi effetti, sono solo le “illusioni” di un’Unica Realtà: L’Assoluto! Il resto è Nulla.
Chi dice o pensa “altro” costruisce il suo inferno, chiamato “altro”. Questo “altro” è creato dall’ignoranza; l’ignoranza organizza, come causa, i vari effetti, che hanno aspetti benevoli o malevoli; a tali effetti l’esperienza risponde in modo positivo o negativo, così nasce l’idea che prende forma nella brocca mezza piena o mezza vuota; tutto ciò è dettato dai sensi che collaborano al caos (della libertà); tale caos crea in noi sensazioni contrastanti, certe, incerte e neutre, che mettono in moto desideri, repulsioni, attrazioni, avversioni e indifferenza; da lì si scatenano i vari “Io” costruiti per sopportare l’impatto, il contatto, la gioia, la sofferenza nella vita, che ci conduce alla vecchiaia e ci presenta la morte (si spera in vecchiaia. Alcuni, no!?).
Bella la catena della relatività dell’essere e dell’esistere. Qual è la Realtà di tutto ciò? Tutto ciò è impermanente.
Avevo x anni, y mesi, z giorni, α ore e γ minuti quando ho iniziato la “tiritera” precedente; ora ho β minuti (che è γ + t minuti) e dopo aver digerito la cena non sono più quello di prima, mi è morto dentro perché non lo rincontrerò più; quello di ora, che scrive, è un altro… e questo accade attimo per attimo: mentre “mi muore”, dà vita a “un altro”. Che Impermanenza! Che legge causa-effetto senza interruzione! Che cambiamento continuo di identità! Figuriamoci lo specchio dell’atelier del teatro-mondo.
Quel piccolo seme ora è un albero decrepito. Che cambiamento d’identità! Quasi la stessa (il DNA), quasi un’altra. Che ignoranza ignorare ciò! L’essere che non conosce la sua vera natura, non sa chi vive, nasce, muore. Grave o no!?
Eccoci all’unico possibile terzo passo verso la Base. Qualcuno mi ha chiesto se giocassi a Baseball (le basi del rombo a 4 lati uguali – quadrilatero – sono gli angoli, cioè Un Punto) “Sì, sempre giocato. Tutta la vita!”.
Ora passiamo all’Oltre mente, cioè all’Intelletto: le leggi della Natura, la Realtà Scientifica, la Natura delle Cose, un infinitesimo della TALITÀ ecc. La vita viene dettata dall’intuizione che viene da “dentro”. Quanto dentro? Una domanda che contiene già la risposta! Togli quanto. Rimane dentro. NON ti basta?
Quando lo scienziato intuisce qualcosa, gli vogliamo dare il tempo di concretizzarlo a parole e con un esperimento?
Quando intuisci, te lo deve dire un altro? NO!
Eliminando il concatenarsi mentale di quanto detto prima, cosa rimane?
Vorreste una catena di belle parole e complimenti. ANCORA!
Tolto quanto detto, per intuire non è forse meglio un po’ di silenzio?
Parole inutili è con voi. Il bello è in voi, nel vostro profondo, non limitatelo con parole utili!

NOTE:

(1) ^ Perché solo l’essere si comprende, attraverso se stesso.