Sulla Follia della Mente
Una volta installavano un solo radiotelescopio e credevano che captasse l’intero universo. Poi si sono accorti che uno solo non era sufficiente e ne hanno messi di più. Nella somma, l’interazione è maggiore: una sola antennina, che “capta” in un solo modo, serve a poco; tante antenne che capiscono e percepiscono in maniera diversa e vasta sono più utili.
Il volume è necessario alle orecchie per sentire il suono delle parole; poi ci sono i valori, che vanno a finire dentro di noi e sono percezioni ad altre frequenze.
L’interazione è qualcosa di più vasto di una semplice somma di elementi in relazione complessa nella diversità (così come centinaia di antenne sugli altopiani, forniscono una visione più precisa dell’intero universo). Anche se affermate di non aver capito niente, ci sarà una parte di voi in interazione con gli altri… e se ha capito un altro, non siete ugualmente contenti? No, perché siete egoisti, perché ognuno pensa a se stesso.
Stimolando l’unione oltre gli “Altri”, portate la vostra mente della separazione verso una complessiva percezione, intuizione, superamento… fino a quella possibile interazione (entanglement) che, se porta il “frutto” a uno soltanto, lo porta all’intera catena creata.
Se continuate a pensare, in maniera “separata”, che infinitesimi e infiniti non servano a niente, siete degli stolti. Perché? Perché un altro essere potrebbe avere una percezione diversa, potrebbe sentirsi un infinitesimo nell’infinito, sentire la sua comprensione entrare in entanglement, in armonia, e accorgersi che l’armonia porta beneficio.
Devo, prima o poi, chiarire anche la parola “Assoluto”. Caro Assoluto (e mi rivolgo a te, che leggi) che ascolti in maniera separata ciò che è l’Unione; sono felice se mi mostri il “separato”, ma so che, provenendo da un punto, questa illusoria separazione in “salsicce” che ingurgitano il mondo sei sempre Tu. Tu, Separato in innumerevoli volti divertenti e diversi… Diversi per loro, ma non per me che, quando guardo, vedo la stessa cosa.
È uguale… è uguale il punto (INIZIO universo), ciò che è “sparpagliato” nel punto, l’energia partita da dietro il punto e l’energia in forme diverse (che “gioco”!) dopo il punto, apparentemente tramutata in materia; altra divertente, simpatica e giocosa legge che racconta sempre la stessa cosa.
Scommetti che se mi mettessi a insegnare a un muro, e “lui” apprendesse, diverrebbe un Realizzato? Basta avere un po’ di tempo, tanto… sei Tu quel muro. Credete che, folle come sono, non potrei mettermi a insegnare a un muro? Tanto prima o poi si sbriciola, con la pioggia si sgretola, un po’ ne respiro la polvere, un po’ la mangio… passando attraverso l’apparente coscienza separata, Caro il mio Assoluto, passa in me la Tua Energia. Quel me che chiamo “separato”, pur sapendo di non esserlo.
La mia coscienza è solo apparentemente separata, visto che poi anche i muri si sbriciolano… Caro muro, sei Energia dell’Assoluto. Qual è il problema nel far realizzare un muro? Certo, ci vuole un po’ di “tempo”. Il tempo… Tu che sei in un attimo Infiniti Universi, mi fai credere in racconti del tempo? Sono troppo “vecchio”, ormai, per me è uguale!
Tutto questo è Talità? Caro Assoluto, con tanti volti diversi che mi guardano: alcuni cupi, alcuni sorridenti, altri con gli occhi lucidi, altri ancora perplessi, è uguale! Tu, che Sei dentro ognuno di noi, Ti senti separato? Tu no, Tu sai di Essere un’Unica Cosa. E l’essere, dentro di sé, pensa ai suoi dolori, ai suoi problemi, a quello che ha da fare… È UNITO E non lo sa.
C’è chi allontana l’altro e chi si fa allontanare, il “gioco” è sempre quello: una volta per uno. Le sponde del fiume… il fiume… il mare… il silenzio… il rumore… Vuoi continuare il gioco delle “antenne” separate, ognuna a prendere ciò che serve solo a lei; delle bocche separate, ognuna a mangiare ciò che serve a lei? Sei proprio bravo! E vorresti essere un Realizzato! Se vuoi realizzarti, abbi il coraggio di andare in una grotta con la clava in mano, attendere la realizzazione di tutti coloro che si trovano lì con te e soltanto dopo acquisirla.
Cosa vuol dire “realizzato”? La quiete interiore… il silenzio… la contemplazione senza seme. Dov’è la contemplazione senza seme? Dov’è la “Quiete Oltre“? Da qualche parte, in qualche posto, ci sarà un “tesoro”. Caro Assoluto, il tesoro già è là! È da cercare? È da trovare? Quale tesoro? Caro Assoluto… è il campanello del falco, il falco, l’orecchio che ascolta… è tutto. Lui è sempre Lui, è sempre noi.
Stai lì a rimuginare: “Che vita farò? Come andrà? Che faremo?” Faremo chi? Cosa farà oggi l’Assoluto? In ognuno di noi qualcosa; per infiniti esseri infinite cose. Che bel gioco differenziato, e poi ogni tanto qualcuno si ricorda che viene da un unico puntino che ha fatto “Boom pffffhhhh! E si è gonfiato!”. UNIVERSO. Il punto si è gonfiato, ti sei sparpagliato Assoluto caro… che problema ho a dirti ciò che sento? Sono vecchietto, tanto vecchietto, pertanto, folle d’AMORE per Te. I vecchietti non sono né buoni né cattivi, è uguale; santi e assassini, è uguale; Realizzati, è uguale! Che cosa cambia? Infinito tempo per giocare a fare i pupazzetti separati, in un puntino espanso (universo) e tu lì dentro a rimuginare, dubbi, averi, differenze, piaceri, gioie, dolori, silenzi e rumori. Non hai capito che più rumore fai con la mente e più perdi il silenzio della Realtà che sei. Perché sei in silenzio?
La Quiete Assoluta della sua Perfezione crea un’Anima, alterazione delle Sue Energie (DI PERFEZIONE SENZA NOMI). Sai la differenza tra la tua visione e la Sua? La tua ricerca è un punto di quiete, che potrebbe essere l’anima, l’accesso alla porta, la divertente Soglia, e la Sua è Un’Unica Porta All’Infinito di Infinite ANIME.
Io non faccio il pupazzo del maestro, neanche il pupazzo del saggio, nemmeno il pupazzo del Guardiano della Soglia, sai perché? Perché per me è uguale. Eccomi qua! Quale pupazzetto vuoi? Gli esseri senzienti sono obbligati a fare sé stessi, “Caro Assoluto”. Ma quanti pupazzi ci sono in infiniti universi? Infiniti pupazzi? Come fai a sapere che non li incontrerai tutti dentro di te? Prova i costumi! Che ne sai di quanti ne hai già provati? Vivine uno alla volta. Divertiti con un pupazzetto alla volta e forse così, prima o poi, vivendone diversi – con tante maschere differenti, con tanti credo differenti, con tante emozioni differenti, con tanti pensieri differenti – alla fine ti accorgerai che è uguale. Tutte queste maschere… ma dietro c’è sempre lo stesso Volto, quello dell’Amato, quello dell’Assoluto. Tu vedi le mascherine sofferenti, dolenti, gioiose, pensierose, problematiche, doloranti, ecc… Che affanno! Indossi una bella maschera, ti guardi in uno specchio piatto (senza dimensioni perché manca della profondità) che non ha tempo, perché l’attimo in cui ti affacci ci sei e l’attimo in cui ti allontani non ci sei. Ci credi, vedi la maschera e dici “questo sono io!”. Caro puntino sparpagliato nell’universo (fingiamo tu abbia una dimensione), con il tuo odio, i tuoi rancori, drammi e dolori, ti scanni in lotte fratricide “fra te e te” e dai la colpa ad “altri”.
Non sono uno scemo, sono “vecchio”. Conosco ogni follia, per quanto sono vecchio, eppure mi diverto. Mi diverto sempre con l’Unico Soggetto: l’Assoluto, sparpagliato in tutti gli esseri, in tutti gli “altri”, nel prossimo universo, in quello dopo, in quello dopo ancora… in quello prima, in quello prima, in quello prima ancora… Prima e dopo… per chi “prima” e “dopo”? In quale teatro senza tempo, con i “pupazzi” che ci passano dentro? Il teatro non ha tempo. Se in un teatrino non metti i personaggi, c’è il tempo? No, non c’è niente! Aspetta, adesso arrivano i personaggi… Vuoi cominciare a contare il tempo da quando sono arrivati? Fai, fai. Si sviluppa lo spettacolo, il teatro finisce, gli attori se ne vanno e rimane… il teatro, i Suoi Spazi Vuoti.
Sai qual è il mestiere più divertente? Il suggeritore. Tu recita così, fai il muro così, metti il manicotto di là, aggiungi questo di qua… Hai letto quel libro? Come stai vivendo la tua vita? Certi attori recitano proprio male, alcuni credono di essere ammalati, di avere un malanno. Sono attori… è una recita! Dopo morti escono, vanno nel camerino e giù a lamentarsi: “perché sono morto così? Perché mi è successo questo?”. Bussi loro sulle spalle e dici: “era un teatro, era una recita, ci hai forse creduto?”. “Quell’altro attore ha parlato a voce più alta, e ha coperto la mia!” “Un brufolo mi ha impedito di mostrare il lato destro!” “Camminavo con le gambe un po’ storte e nessuno ha potuto vedere la mia prestanza… “. È una recita, un teatro. Sei “comparsa” e scomparsa, poi vai via. “Chissà come è andata, cosa avrà detto il pubblico… “. Il pubblico? Sai chi era il pubblico? Quelli che prima facevano gli attori. Una volta facciamo gli attori, una volta il pubblico, e viceversa. Sempre gli stessi. È una presa in giro! E tu sei lì, a fare il suggeritore… e ti accorgi che forse stanno prendendo in giro anche te: era solo un Attore, sempre Lo Stesso!
Incontro sempre lo stesso Attore, si chiama “Assoluto”, recita parti diverse e vuole giocare con me! Quando siamo nati noi, è nato Lui.
Se non ci fossimo stati noi, non ci sarebbe stato nemmeno Lui, dunque noi siamo nati con Lui e Lui è divenuto “essere” con noi.
A un certo punto mi sono accorto che essere, non essere… il gioco non mi piaceva più così tanto. Quindi, abbiamo fatto entrambi, essere e non essere: io-Te e Tu-me; Tu-me e io-Te (IO infinitesimale TU infinito) (1).
A che gioco giochiamo? Qual è il “teatrino” questa volta? Questa volta il teatrino è l’universo a quattro sfere… Anche se mi mandasse in un universo a 10 sfere, davanti a un muro, sarei paziente, piano piano lo mangerei tutto e lo digerirei, facendo partecipare le sue particelle alla meraviglia della Coscienza dell’Assoluto. Così anche un muro diverrebbe un Realizzato. Nell’infinità degli eventi, ogni essere inventa un evento e fa Lui, Perché è separato e Lo cerca per unirsi e perdersi in Lui!.
Sapete cosa vuol dire il futuro dell’Assoluto? La Sua Infinita Libertà. Sapete l’anima, dall’Altra Parte, per Lui cos’è? Un punto di “Disarmonia”. Da qui tu vedi l’Anima, la Soglia all’Assoluto, finalmente l’Armonia… Però immagina bene dall’Altra Parte: la Quiete Assoluta, la Perfezione Assoluta, il Silenzio Assoluto, il Non Esistere Assoluto, la Non Essenza di Nulla, l’Eterno Infinito Immutabile, Inalterabile, Inamovibile, che fa… “Puff!”… con il “ditino” (FIGURATO-SIMBOLICO), un puntino e… da un puntino infinitesimale della Sua Energia esce un intero universo. E gli esseri, “gettati” nell’apparente imperfezione, nella disarmonia, nel caos… ci devo credere? No, sono vecchio, non ci credo più, è tutto illusorio e apparente, però libero!
Mi è piaciuto questo Gioco. Cosa vuoi fare… l’Angelo? Guarda che poi acquisisci così tanta coscienza che potresti fare il demone. Eccomi qui! Vuoi che faccia il mattone, la roccia? Quale pupazzo vuoi: uno che si muove, uno che rimane fermo, un essere, una pianta o che altro? Qual è il problema? Il problema non c’è, è uguale! Però “è uguale” per chi è uguale e “non è uguale” per chi non è uguale! Cosa vuoi? Il teatrino continua!
Per ognuno le parole hanno un significato diverso. Armonia, disarmonia. Armonia? Disarmonia? Secondo te nell’Unicità dell’Assoluto ci sono i termini della separazione? La separazione è di qua. Mi rivolgo a te, lettore: caro Assoluto sei separato, inventa i termini della separazione. Hai incontrato un folle che conosce solo i termini dell’Unione.
Cosa metabolizziamo? Metabolizziamo il muro, prima la roccia lavica, ancora prima una palla incandescente, e prima un sole, e prima una nebulosa, e prima una protostella; prima cosa? Prima, prima, prima… un Punto, ora coscienza! Distanza? Grande distanza, spazio enorme, un universo… Che distanze con l’entanglement delle particelle! Ma quale distanza?! Le particelle hanno una distanza? Non ricordi l’entanglement? L’interazione senza tempo delle particelle senza tempo, in un’interazione senza spazio! Ci sono arrivato! L’uso delle parole e la corretta logica nel comprendere l’unicità di tutte le cose…
Caro pupazzo, che hai indossato la mascherina della separazione, con me il gioco non serve. O procedi nella tua reale identità, oppure nel tormento, nella sofferenza e nel dolore per il resto della tua esistenza. Vuoi far soffrire anche me? Non si può! Dove devo andare? È uguale! È facile fare Pomponio perché, se Pomponio trova la quiete e, dalla Soglia in poi, si toglie la maschera identificandosi con quello che c’è dietro, l’olio, la pece e i demoni dai vestiti tutti uguali non possono fargli niente, e lui continuerà a sorridere.
Impara a continuare a sorridere. Levati la maschera che hai, trova chi c’è dietro, mettiti sulla soglia e vedrai che non c’è necessità di sistemarsi in una posizione per concentrarsi, per meditare, per contemplare, per essere quello che si è. Quindi tu, le energie, l’Assoluto, in un muro o altro… qual è la cosa più sacra? Chao-chou (Joshu) rispose: “un sacco di merda su una montagna sacra”(2). Ogni essere, un sacco di feci, è la cosa più sacra che esista, più della montagna sacra, del muro, del legno, dell’uva e dello scarafaggio.
O ti rendi conto che la Natura delle Cose e la Talità sono uguali, oppure tieniti questa maschera; separati con questa maschera e attenzione ai “brufoli” (malattie e drammi, attaccamenti, io, averi e poteri, etc.) necessari alla maschera per avere una certa forma, un certo spessore, per essere qualcosa o qualcuno nel mondo illusorio ed effimero del Nulla che gioca al pupazzo… Poi, finalmente, il suggeritore al teatro vedrà che cadono le maschere e dietro non c’è nulla.
Non c’è nulla, attore. Guarda… non c’è più la maschera!. L’attore dice: “Non c’è più la maschera, e io dove sono?” “Levati il vestito!”. Si leva il vestito, che cade come un mucchio di stracci per terra e, finalmente, il teatro rimane vuoto come prima. E ti accorgi che era vuoto prima, era vuoto durante la rappresentazione e vuoto è rimasto. Il tempo è passato? Nessuno. Lo spazio occupato? Quello del teatro, che è grande come un universo in ampliamento. Rispetto all’infinito? È tanto, ma una quantità fratto infinito è sempre quasi zero.
Ho giocato con quasi zero. Io sono vecchio, volete giocare con quasi zero? L’avete trovato. Il Signore, in tante vite, insegna delle belle cose. Una volta mi Ha chiesto:
“Queste persone ti hanno fatto del male, vuoi fargliene anche tu?”
“No, Signore, lasciali stare, mi dispiace!”.
“In questo stesso momento li hai condannati al massimo della pena!”.
“Ma come? io li ho perdonati”.
“Stai peggiorando la pena”.
“Non voglio che si facciano del male, mi dispiace, Signore ti prego…”.
“La pena è peggiorata ancora”.
“Allora li picchio io!”.
“Bravo, sta diminuendo la pena”.
“Li prendo e li sbrano…”.
“Bravo, hai fatto sparire la pena!”.
La pena va in pari se la lasci alla legge della Talità. Se ti arrabbi la stai riducendo perché vuoi fare il boia, il giudice…. Chi te lo fa fare? Scemo, lascia stare. Stai buono! NON SOSTITUIRTI ALLE LEGGI DIVINE.
Purtroppo, per la regola dell’Amore, funziona in questo modo. Siete i sostituti, con la mascherina, della legge di causa ed effetto.
Ecco perché io, che sono vecchio, perdono tutti. Ecco perché quando non mi va che qualcuno paghi le spese mi arrabbio (per finta). Ecco perché non vorrei più ascoltare pupazzi di nessun tipo. Mi piacerebbe parlare senza la maschera e senza il vestito, però nel teatro non c’è niente e nessuno, quindi mi diverto con le scenografie, gli sfondi… e l’illusione del vuoto riempito.
Decidete: o continuate con la mascherina e i vestitini a fare i pupazzetti o arrivate sulla Soglia, vi togliete tutto, anche la maschera, e vi proponete all’Assoluto. Cara finta congrega di attori da strapazzo, con le maschere oramai vecchie e i vestitini logori, che ancora fate finta di essere separati. Buon divertimento! Ricordate che esiste solo una differenza fra gli esseri: coloro che hanno i capelli bianchi e i ragazzini, che giocano e rompono tutto! In mezzo ci sono tutte le sfumature dei pupazzi.
Io sono solo vecchio… ho imparato quelle due cosette che vi racconto. Voi le ascoltate, giocate con le parole e arrivederci. Auguri!
Si sta proprio bene qui… si sta bene! Lo sapete dove si sta bene? Si sta bene dentro se stessi quando si è se stessi. Dato che di se stesso ce n’è uno solo, si sta bene, è Uguale…