Sul paradiso non definito
Tale condizione è inafferrabile e inconcepibile, essendo oltre la dualità – che può essere concepita – della vacuità dell’essere e della vacuità dei fenomeni della Creazione. È bello adoperare termini spiegati, sembra quasi di usare parole utili… ma è pura illusione, perché gli esseri senzienti non possono che dare alle parole un valore soggettivo, personale, unico e individuale. I ricercatori invece, protesi al valore Universale, dopo un primo disorientamento si posizioneranno come l’ago di una bussola verso l’Assoluto Creatore e…
Detto ciò, precisiamo: la condizione che si percepisce (non che si acquisisce o è conquistata) è oltre la distinzione essere senziente/ricercatore ed è oltre ogni tipo di dualità (difficile con la mente eh?!). È oltre ogni concetto di evoluzione e quindi di crescita, e quindi di diminuzione o involuzione. NON si diventa più puri, né meno puri: tale condizione è già colma di accordo con “l’armonica interazione inconcepibile”, che sembra essere come un’anfora traboccante, da cui fuoriescono qualità meravigliose senza che nessuno versi dentro nulla, NULLA.
Non vi è in ciò alcun segno di sensazione, passione, accorata espressione, miracolistica e mistica visione. Pervasi dalla Saggezza della Non Distinzione, tutto è equanime, perché tutto è pervaso dall’Amato Assoluto. Ecco allora “l’essere-ricercatore”, operare nella causalità che compone e condiziona gli eventi.
Sembra quasi possibile dare una definizione al paradiso, in Realtà è impossibile. È una condizione… della somma delle parole inutili sinora spiegate: Mente, Saggezza, Paradiso interiore, Amore, Metodo Opportuno, Vacuità, Talità, Non Azione, Paradiso non definito.
Riuscite a fare la somma di tanta inutilità? Ma questa parola, “INUTILE” (cioè che non produce effetto, vuoto, vano), sarà uguale per tutti? O sarà differente per chi nella legge causa-effetto vede dell’altro e nel vuoto ancora altro? Chi, nell’attribuire un valore diverso alle parole, può intendere oltre e ancora oltre, dando loro un senso definitivo?
Questo Paradiso che trascende il Nulla e la Creazione, l’eternità e l’infinitesimo tempo, l’Unione e la separazione, ciò che è esistente e ciò che non lo è, di certo è al di là della sofferenza (fisica, di sensazioni, mentale, intellettuale e dell’Anima), come renderlo “agibile” alle menti degli esseri?
DI COSA SIAMO FATTI?
1) Stringhe (chiuse, aperte), confine con il “Vuoto Quantomeccanico”, VIBRAZIONI. Con quante dimensioni sono collegate? 10+1 (11).
2) Quanti, o pacchetti di energia. La più piccola concezione della materia osservabile-variabile, il cui spin (la faccia che mostrano) è in interazione (entanglement) con chi ha la stessa “faccia”.
3) Atomi, che si legano e si slegano ad altri atomi in un continuo sperimentare.
4) Cellule… ed eccoci! Dalla materia alla coscienza.
5) I microtubuli (studiateli): il fenomeno della coscienza o coerenza nelle connessioni del cervello, che non è la sede unica del pensiero cosciente e ha, per interazioni varie a partire dall’intreccio quantistico, le più disparate sedi nell’esterno dell’essere. Si ha quindi coscienza del mondo materiale (relativa) e coscienza in ciò che non è percepibile come materia (lasciatemelo dire: “Che Meraviglia il Perfetto Architetto Assoluto”!).
I microtubuli, portatori di un immane numero di informazioni (dal vuoto quantomeccanico), condizionano il metabolismo dei mitocondri che a loro volta incidono sul funzionamento della cellula neuronale. Con questo sistema arriva energia al neurone e si formano nuove connessioni e nuovi collegamenti. Credo che i “mitocondri” (in interazione con i microtubuli) dell’Universo siano gli esseri (di ogni tipo o specie); se cambia il PENSIERO, cambia il valore delle menti – cervello – o entanglement (interazione in movimento continuo che muta il valore attimo per attimo).
Ecco che:
- Gli esseri senzienti hanno tutto a disposizione, peccato che non sia di loro interesse.
- I ricercatori usano, studiano, accertano questa disponibilità.
- Chi vive il Paradiso non definito è quell’attimo per attimo. Ciò non vuol dire che il Paradiso “non definito” sia la cessazione di un qualche stato nella forma o di un qualche fenomeno prodotto, perché nella Realtà Assoluta nessuno produce niente che non sia già nell’Assoluto.
Quanto saranno inutili queste parole?