Sui Due Punti
Qual è la differenza tra Punto Anima e Punto di Coscienza? Il Punto Anima è il Confine-Non Confine: ha da una parte un Confine Infinito e dall’altra un Confine infinitesimale. L’essere è presente al Confine infinitesimale, che è da questa parte, dall’Altra Parte il Confine è Infinito. Questa è l’esatta condizione del Confine – la Soglia – prima della Base, ancora più adiacente perché è il Confine “tra” l’Assoluto, che è di Natura Infinita. In realtà, la cosa più giusta sarebbe dire che non confina con l’Assoluto, perché l’Assoluto non ha un Confine, non ha confini.
Dall’Altra Parte dobbiamo proporre un “Non Confine”, perché è il Confine con l’Assoluto, ma da questa parte siamo obbligati (e la Sua Creazione è proprio questo) alla frammentazione infinita del teorico Confine con l’Assoluto di cui ognuno di noi è un frammento infinitesimale. Ognuno di noi, quindi, da questo lato confina in maniera infinitesimale, in un Punto, con un Assoluto che dall’Altra Parte è un Confine Infinito. La teorica parola “Confine”, dunque, assume due aspetti: non determinabile dalla Parte dell’Assoluto e determinata da quest’altra parte, per il semplice fatto che tu sei tu, ci sei come Anima. È praticamente indiscutibile il meccanismo che ha messo in moto il Grande e Perfetto Architetto nel donarSi da Una Parte un Unico Confine e dall’altra infiniti confini. Quando dona un Confine, il Suo Confine, È e rimane per sempre Quello. Perché? Perché l’essere ha la Libertà Donata, che è per Sempre.
Alcune concezioni filosofiche hanno qui commesso un errore. Lo hanno commesso alla Soglia, non alla Base, che era conosciuta nelle religioni più antiche. È stato commesso alla Soglia perché dalla Soglia in poi è stata negata l’esistenza di un Organizzatore del Sistema, quindi di un Dio. La negazione dell’Assoluto è stata in termini di divinità, non in termini di Vacuità della Vacuità, che poi sarebbe la Vacuità Assoluta. Ma è un errore considerare la Vacuità Assoluta, o Vacuità della Vacuità, come un’Assenza dell’Assoluto. È da ciò che deriva l’interpretazione errata delle parole degli antichi. Approfondiremo questo tema parlando del Non Confine. Il Confine invece è il Confine a un Progetto dell’Assoluto, ma l’Assoluto è Infinito e quindi il Progetto è Infinito; i termini devono essere usati con estrema logica e correttezza. Un costruttore di ponti costruisce ponti, un costruttore di case costruisce case, un Ingegnere Assoluto e Perfetto costruisce in modo Perfetto e Infinito. Come avviene in modo Perfetto e Infinito? Avviene con un programma estremamente semplice che poi capirete in tutti i suoi aspetti: il Progetto consiste nel fatto che Lui Stesso È Creatore, che Lui Stesso È Creato, che Lui Stesso È l’Artefice di Tutte le Cose, non è nient’altro che un’apertura di apparente separazione con la natura del mondo fenomenico. Apparente separazione perché per noi deve essere separato (siamo una coscienza infinitesimale, per forza lo è), per Lui è Non Separato perché il Suo Confine non ha confini, è un Non Confine. Lui non confina con niente perché essendo Infinito contiene Tutto, ma doveva organizzare una Libertà che portasse a un Punto di Coscienza separato.
La separazione è attuata nel miglior modo possibile e con un Sistema che è un computer perfetto: la BASE. Dopo lo squarcio c’è subito la Base. Nel mondo fenomenico, da dove proviene un evento? Dall’evento precedente. Non può che essere così, altrimenti sarebbe un giocare a testa e croce con la vita di ogni essere senziente che poi viene “prodotto” all’interno di quel Sistema. Il Progetto già è pronto e proviene da un altro percorso, che è un altro effetto… e così la concatenazione di causa effetto nel mondo fenomenico. La Base di questo universo viene dalla Base dell’universo precedente, terminata in un’immensa quantità di buchi neri. L’informazione è andata a finire nei buchi neri per la preparazione del sistema successivo, ma è rimasta nella Base perché la Base veniva continuamente informata.
La Base informa, detta le Leggi, programma l’esistenza degli esseri, compresa quella dei Saggi, decide quello che devono fare e quello che non devono fare. Chiaramente un saggio, che è a completa disposizione, non ha il problema del “dove, come, quando e perché” nel senso che, non avendo le spalle, non deve sopportare niente. Invece gli esseri senzienti, in maniera differentemente organizzata, devono o non devono sopportare o non sopportare, in base a dove il progetto li ha portati come coscienza separata. Il punto di coscienza separata che è nella mente è il massimo della lontananza, in modo che la libertà possa essere espressa in tutti i modi. Dunque, c’è la Base, la Base determina la tipologia degli esseri perché è l’informazione, la raccolta delle informazioni, la rielaborazione delle informazioni; è una continua scrittura istantanea dettata dall’entanglement, dalle stringhe agli spin, ai quanti, ai protoni, agli elettroni, ai neutrini e tutto quello che è concepibile fino ai microtubuli, dove l’essere è apparentemente informato e reinformato solo in questo modo, e avviene la gestione dell’energia all’interno di ogni cellula. Ma l’essere è anche, nell’insieme, un contesto complesso di informazioni che non fa sfuggire assolutamente nulla. Non sfugge niente perché ogni elemento che costituisce il mondo fenomenico è in continua interazione, che sia vasta e grande, che sia piccola, che sia mediata, che sia un sistema “correlato” che poi dà un’unica comunicazione, la Base è sempre informata, re-informa sempre e riprogetta istante per istante. Ricordate che, se pensate di essere veloci con la mente, siete come un microbo sul guscio di una tartaruga. Qui è tutto molto più veloce. È paurosamente veloce. È talmente veloce che è addirittura impossibile calcolarne l’istantaneità. Forse si perderà qualche miliardesimo di miliardesimo di secondo, tutto può essere anche nella Base (ma non ci credo tanto), la progettazione è istantanea perché il calcolatore è progettato per la progettazione istantanea. Per cosa? Per lo sviluppo dell’apprendimento nel punto di coscienza libero attraverso l’intelletto. Quindi l’apparente separazione è una completa, totale e perfetta unione; il punto di coscienza – giustamente e dovutamente separato – acquisisce gli aspetti della libertà, con tutte le infinite possibilità di movimento che ha la mente. A quel punto, all’istante, il punto di coscienza “libero” (tra virgolette) è libero perché non sa. Il punto di coscienza finale e terminale è libero perché non sa, ma “libertà” è una parola che dovremo discutere. Nella realtà il punto di coscienza iniziale non è libero, perché è legato a un confine dove da una parte sa chi c’è, lui, dall’altra non sa chi c’è, c’è l’Assoluto, però non lo sa.
Se teorizziamo la presenza dell’Assoluto come infinita, non sapendolo, abbiamo infinita possibilità di scegliere, perché teorizziamo un confine. Ci ritroviamo un confine infinito dall’Altra Parte ma chi cammina, da questa parte, siamo solo noi: individui o soggetti infinitesimali che si affacciano a un confine infinito. Dove attraversiamo il confine? È uguale!
In questo momento abbiamo la libertà infinita dell’affacciarsi e la libertà infinitesimale di essere quello che siamo. Io preferisco essere quello che sono perché sono infinitesimale. Ogni essere si chiede: “dove mi affaccio?”. Cosa importa dove ti affacci, è uguale. Quella è la tua libertà nel Punto di Coscienza Anima. L’altra libertà è la correlazione con tutto il sistema che dà l’apparente libertà illusoria nel mondo del duale e del fenomenico. Lì hai a che fare con una libertà che ti fa dire: “Questa cosa la vuoi sapere?” “No, non la voglio sapere”. “Questa cosa la vuoi imparare?” “No. Non mi importa niente”. Puoi fare come ti pare, non c’è un limite alla produzione di una nuova base: la tua. Hai la tua infinitesima base nella vastità di un sistema preordinato e coordinato per un intero universo, ognuno di noi possiede ed è in relazione con un pezzettino di Base, che poi deve correlare in una maniera o l’altra. La conoscenza del Progetto Perfetto dell’Assoluto ci dà un’idea ben precisa: nel mondo fenomenico, la libertà è quando si conforma la mente, con tutte le sue interrelazioni, relazioni e vastità di una libertà limitata dalle Leggi, ma illimitata per il fatto che la scelta delle Leggi è talmente vasta che non ce la si fa a fare tutto ciò che un essere può fare. Potete fare quello che vi pare ed essere chi volete, se vi trovate nel continuum fenomenico causa-effetto.
Siete ciò che siete oggi per i genitori che vi hanno concepito, per il vostro DNA, per gli elementi causa-effetto che vi hanno proposto come esperienza, quindi siete concatenati. Un essere non nasce così, come da un bozzolo, senza nessuna relazione, senza un effetto precedente e futuro. Tutti siamo sottoposti a una semplice e obbligatoria correlazione di effetti. Da quando? Dallo squarcio, dalla Base. È da lì che si sono messi insieme le stringhe, i quark, gli spin, i protoni, e tutto ciò che ci compone. Tutto questo, in continua relazione causa-effetto nel mondo fenomenico, ha costruito voi. Dove andate a finire? Andate a finire, in maniera diversa, dove vi pare. A seconda di quello che apprendete come esperienza e comunicate alla Base. Quest’ultima poi mantiene l’informazione e vi risponde con un altro effetto, vi dà una risposta che non conoscete e intuite in base a ciò che vi serve nella vita.
Abbiamo, dunque, a che fare con due tipi di intelletto: uno è limpido, puro, lucido e sa le cose; l’altro è limpido, lucido, sa le cose ed è capace di fare delle proiezioni(1). Fa proiezioni come qualsiasi scienziato. Se abbiamo due scienziati che hanno studiato nella stessa università e lavorano alla stessa cosa, come mai uno giunge a fare una scoperta e l’altro no? Ciò avviene perché esiste una particolarità dell’intelletto, quella di riuscire, pur sapendo le stesse cose di un altro, a fare una somma maggiore e ottenere qualcosa che non si conosce. È la Base che, a seconda del processo evolutivo, a seconda della struttura del suo fenomenico precedente ha mandato una informazione superiore rispetto a quanto si è studiato, altrimenti non potrebbero esistere nuove scoperte.
Abbiamo, quindi, tutta una correlazione fra i due punti di coscienza apparentemente separati nel sistema illusorio, ma nel sistema illusorio c’è un contenitore e un contenuto, la Base contiene l’altro punto di coscienza. Dovendo considerare la Base proveniente da un Punto dell’Assoluto, non posso che considerare tutti e due i sistemi, apparentemente separati, un unico sistema. Questo unico sistema è il puntino da dove è iniziato l’universo. Perché? Perché l’Assoluto sa esprimere un Suo Progetto infinito in un puntino. Noi non siamo capaci di teorizzare che nel puntino infinitesimale dell’Assoluto ci possa essere tutto ciò, ma in realtà c’è molto di più. Procedendo nelle sperimentazioni, nelle consapevolezze e coscienze più vaste riuscirete a capire che l’Immensità dell’Assoluto, per quanto ci riguarda, può essere espressa in un solo Punto.
Chiaramente gli esseri senzienti comuni hanno ben altro a cui pensare, gli esseri senzienti comuni sono sottoposti alla mente che sottostà all’illusorio, che si identifica con il pieno della libertà, che si identifica con tutto (dall’odio, alla rabbia, all’illusione, al perseguire all’interno del sistema il potenziamento dell’io, del mio, del sé). Capirete, con il tempo, che non voglio più usare i termini del passato, quindi: non esiste il sistema di leggi che veniva chiamato Dharma, ma non esiste nemmeno il Non Dharma; non esiste il Samsara, la Ruota delle reincarnazioni, ma non esiste nemmeno il Non Samsara; non esiste il Nirvana, il Paradiso, ma non c’è nemmeno il Non Paradiso… Proveniamo da un Punto dell’Assoluto, che rappresenta un intero universo con tutte le sue sfaccettature. Sapendo che il Progetto dell’Assoluto è in infiniti punti, l’Assoluto, anche in un punto molto vasto (un universo immenso), sempre un punto è! In un solo punto l’Assoluto può progettare infiniti universi? Certo. E la Creazione, pur essendo infinita, è contenuta in un solo punto nell’Assoluto. Cosa andiamo cianciando di Dharma, karma, evoluzione, buddhità, Nirvana, ecc.
L’aspetto filosofico reale di tutto questo percorso è Parole Inutili, se rendete utili queste parole siete dei poveri stolti che stanno usando la mente. Siete obbligati unicamente al pensiero, poverini. E l’intuizione? Siete così dormienti da farvi “rubare” l’intuizione? Speriamo di no. Cosa accade? È semplicissimo. Se siete adatti al quarto insegnamento, siete adatti a questo modo di filosofeggiare che, prima di tutto, serve a farvi perdere l’idea del “maestro” che insegna, l’idea che possa esserci un tramite. L’unico tramite è la Base, non ce ne è un altro, non prendiamoci in giro. Il tramite tra l’essere e la Creazione è Ciò che sta in mezzo, perché ha “fatto” la Creazione: o te e Lui, oppure niente. Il resto sono stupidaggini. Il quarto tipo di insegnamento comporta il fatto che dovete mirare solo dentro. Il ricercatore va a mirare solo lì. Poi, nella vita fuori, dovete essere legati come una catena, dove ognuno si preoccupa dell’altro.
Il ricercatore si trova in una situazione di assoluta “particolarità” rispetto agli esseri senzienti comuni, che vivono di processi mentali. Il ricercatore deve tendere all’annullamento dei processi mentali perché deve “scavare” con l’intelletto qualsiasi possibile collegamento con la Base. Tutto il resto rimane una stupidaggine pour parler, “valore di parole utili”. Molte volte si sente dire: “ciò che mi hai detto è stato molto utile”. Utile per cosa? Per un pensiero? Per una comprensione? Per un valore dato così, tanto per darlo, tanto per avere un valore dentro? Cosa facciamo, i “valori pensati”? Il quarto e ultimo insegnamento tenderà a recidere ogni tipo di legame con i “valori pensati”, perché sono tutti inappropriati in quanto non corrispondono alla Natura Reale delle Cose. La Natura delle Cose è così come è, è la Talità: “tale qual è”. “Cos’è ‘Tale e quale è?’ Me lo spieghi?” No, non voglio rovinare “tale qual è” spiegandolo. Ecco perché ho usato il sistema delle parole inutili. Quelle utili lasciatele agli esseri senzienti comuni e a tutti quelli (compresi voi) che, per anni, ne hanno ascoltate tante. Le Parole inutili sono il fondamento di una ricerca spietata: bisogna essere pronti, addestrati e gli eventi devono permetterle. Dovete essere spietatamente legati gli uni agli altri per sostenervi come anelli d’acciaio di una catena e dovete essere spietatamente collegati alla ricerca della Natura più sottile di tutte le cose. Anticamente, il “collegamento tra i ricercatori” veniva chiamato il Dharma. C’è un piccolo problema: il Buddha non c’è. Perché? Perché considero la presenza di un Buddha l’errore. Il Buddha, in realtà, non si è accorto di aver fatto da tramite. Anche se ha detto “il Buddha e il Dharma sono la stessa cosa”, il tranello era nel fatto che chi ascoltava aveva orecchie per parole utili. Chi ascolta ha orecchie per parole utili, altrimenti non ascolta. Provate a dire: “è inutile quello che mi dici!” e non stare a sentire le mie parole. Io lo dico: “ragazzi, è inutile la parola!”. La Talità, “tale qual è” scopritela. Volete sapere da me “qual è la Talità”? Spiegherò tutto. Spiegare tutto vuol dire farvi capire che ciò che è “compreso” non è la Talità. La Talità devi cercarla “dentro”: passa per la Vacuità, passa per tutti i termini che ti ho dettato e ti ho spiegato. Se hai fatto diventare quelle “parole utili” sei un povero essere senziente comune, sei un essere che purtroppo ha soddisfatto la mente, ferito qualche io e si è impoverito. Non si è arricchito, perché le parole utili impoveriscono gli esseri. “Che bella cosa ci hai detto!” mi sento male quando mi dite così, perché fate diventare le parole “utili” per voi e per la vostra mente. Questo è l’immenso tranello dell’utilità delle parole. Vi sentite soddisfatti, ma non dovete essere soddisfatti, dovete permanere in uno stato di insoddisfazione profonda, vi dovete sentire non realizzati, vi dovete sentire non illuminati, vi dovete sentire dei poveri disgraziati che si chiedono: “ma io, quando vivrò queste cose?”. Le vivrete nella Talità, tale qual è. Trovatela. Vi hanno soddisfatto le parole inutili? Allora sono diventate utili! State dormendo sugli allori di un altro. Siete soddisfatti della realizzazione di un altro. Un saggio non è un Realizzato. È una carogna, in putrefazione sulla terra. Non organizza la Base, è la Base che lo organizza, così come organizza qualsiasi essere. Il saggio è, come tutti, un suddito del sistema che deve essere rispettato in ogni suo aspetto. Deve esserci il rispetto totale e assoluto di tutti gli esseri senzienti, santi o demoni. È uguale. Il cammino di tutti gli esseri è il giusto, quello dei demoni, quello dei ricercatori… il cammino del saggio, essendo senza spalle, è comunque giusto. In realtà non credo che nella Base sia programmato qualcosa di ingiusto, nella Base è programmato ciò che è giusto. Nessuno deve gridare all’ingiustizia, perché ogni cosa è giusta; Solo che non dobbiamo considerare il giusto visto da un essere, ma il giusto visto dalla Base, dal Programmatore, dal Ricevitore, dallo Scrittore dell’universo, dei valori nell’universo. Sapete quanto interessano le vicende dell’umanità a un ricercatore? Quanto gli può interessare un punto. Certo, un punto di coscienza deve essere rispettato in tutti gli aspetti del suo percorso, però poi c’è l’altro punto che deve essere equamente rispettato. E chi non rispetta quel punto, probabilmente si fa molto male. Ma il “molto male” è il “molto sperimentare”, ognuno quindi sceglie quanto e come sperimentare. È giusto che qualcuno cerchi molta sperimentazione, è giusto che qualcuno ne cerchi poca o media in base a ciò che vuole fare, a come vuole procedere. Gli esseri sono tutti perfettamente differenti, sono tutti perfettamente uguali. Non “simili”. Nel punto di coscienza dell’Anima, la Soglia, sono tutti uguali. Perché? Perché tutti, dall’Altra Parte, abbiamo un Confine Infinito; perché tutti da questa parte abbiamo un confine infinitesimale. La creazione è perfetta, il sistema organizzato in questo modo dall’Assoluto è perfetto. C’è chi sa vedere e chi non sa vedere. Quello che sa vedere si chiama Realizzato, quello che non sa vedere si chiama essere senziente comune. Quale dei due è il peggiore? Nessuno dei due perché, in presenza dell’Assoluto, il confine è lo stesso, il confinante è sempre Uno. Giustamente, Lui ha fatto tutto in modo perfetto: uno di qua, Uno di là. Per amore verso l’Assoluto, uso sempre maiuscole e minuscole, perché bisogna rispettare i sistemi del posto in cui si va. A volte il rispetto cade, e se ne pagano le spese. A un ricercatore non importa di pagare le spese perché se lo colpiscono nel punto di coscienza separato, si rifugia nel punto di coscienza collegato. Quindi, tutto succede in modo meravigliosamente perfetto. Nell’arte marziale in cui si combatte c’è un nemico da bloccare, ferire, colpire. Nella vera arte marziale c’è solo un nemico: il se stesso interiore. La vera arte marziale non arriva al combattimento, lo impedisce. In alcuni tipi di arte marziale si può uccidere con un suono (il “Kiai”), ma la vera arte marziale non è quella. La vera arte marziale è ancora più sottile, usa le parole e la mira è precisa, così come è precisa la mira del terzo tipo di insegnamento (vedi La Visione della Base), che sceglie, anche in una moltitudine di gente, a chi dire le cose. L’ultimo tipo di insegnamento, il quarto, va solo a ricercatori, punto. Credo che la Base determinerà altri passi, passi che dipenderanno dalle risposte individuali. Compattatevi in un gruppo indistruttibile, compattatevi in un sostegno reciproco. Continuerò senza esagerare a scrivere, per abituarvi all’uso di “Parole Inutili”, per non continuare a usare “parole utili”, per andare oltre. Quell’oltre che è solo dentro, dove piano piano svaniranno i valori delle parole e vi accosterete al valore con cui vi dovete relazionare: prima la Base e poi l’Assoluto. Un altro sistema in questo posto non c’è. Provenite da quattro basi fondamentali di ricerca e ci sono quattro tipi di insegnamento, abbiamo fatto fino al terzo, questo è il quarto. Fare i ricercatori è una cosa seria. Non si può far finta di esserlo e poi, al minimo evento, usare tutti gli aspetti diversi e diversificati dell’identità mentale. Anche se questo lo considero giusto, non pensate che consideri ingiusto qualcosa sulla faccia della terra, mai! Non esiste una cosa ingiusta. È tutto giusto. Trovate qualcosa di ingiusto, con la mente, nella vostra esistenza? Trovate una falla nella Realtà Divina? Stateci attenti. Mai contestare gli accadimenti e gli eventi. Sono determinati dalla Base. Non ci si mette a contestare ciò che la Base ha determinato, ogni cosa va indagata, analizzata, verificata, motivata. Capite? Quindi, giustamente, ognuno ha la sua motivazione, rimanga sereno con le sue motivazioni, con le sue verifiche, con le sue sperimentazioni, nel rispetto di qualsiasi variazione mentale. Rispettiamo sempre tutti. Erano noi prima, dopo… contemporaneamente, mah! Chissà qual è la parola giusta, e chissà qual è la parola inutile. La parola inutile? “Sono”. “Erano” non c’è, “saranno” nemmeno. Rimane e rimarrà, per sempre, “sono”. Perché l’esistere è l’eterno presente. E basta.
(1) L’intelletto è comunque puro ma la proiezione potrebbe introdurre una “impurità”.